Lo Ibex riconquista 8.000 punti con la spinta dell’energia

Il selettivo sale dello 0,5% in attesa di conoscere i risultati finali delle elezioni negli USA

Chiara AlbaForte volatilità dei mercati azionari europei, che questo mercoledì si è spostata sul ritmo che ha segnato il riconteggio dei voti alle elezioni legislative di medio termine negli Stati Uniti.Lo Ibex-35, scambiato per gran parte della giornata in rosso, ha chiuso in chiusura con un anticipo dello 0,5%, sufficiente per superare finalmente il livello di 8.000 punti. Tutto indica che gli investitori hanno accolto con favore il fatto che la vittoria dei Repubblicani non sarà così chiara come previsto, con i Democratici che potranno prendere il controllo del Senato. Una situazione che, seppur positiva per il mercato, dovrà attendere diversi giorni per conoscere i risultati finali. Come spiegano gli analisti di Renta 4 Banco, per settori, “una vittoria repubblicana potrebbe essere positiva per le compagnie petrolifere (meno restrizioni) e salute (meno riforme) e negativa per rinnovabili (meno sostegno) e difesa (meno aiuti all’Ucraina)”. Così, e con la prospettiva che i Democratici diano finalmente più forza del previsto, le società energetiche sono in rialzo alla Borsa spagnola. Uno di quelli che è salito più prepotentemente è stato Iberdrola, con un anticipo del 2% dopo aver presentato il suo nuovo piano strategico con un fermo impegno per le rinnovabili negli Stati Uniti, con il quale il risultato elettorale inciderà molto sull’azienda. Cellnex Telecom (+3,38%), Naturgy Energy (+2,26%), Endesa (+1,96%), Enagás (+1,66%) e Inditex (+1,63%) hanno accompagnato l’azienda energetica nelle salite. Sul versante opposto, invece, Solaria (-3,11%), ArcelorMittal (-2,36%), Grifols (-1,44%), PharmaMar (-1,3%) e Santander (-1,23%). Gli investitori stanno anche tenendo d’occhio il rilascio di giovedì dell’IPC statunitense. “Alcuni dati che mostrano che l’inflazione sta iniziando a diminuire nel Paese sarebbero molto ben accolti dai mercati obbligazionari e azionari, che potrebbero così continuare a recuperare terreno, poiché ciò potrebbe implicare da questo momento in poi una Fed meno aggressiva in termini di si riferisce al processo di rialzo ufficiale dei tassi”, indicano gli analisti di Link Securities. Al contrario, se l’inflazione è riluttante a rallentare, è molto probabile che questi mercati si riducano. Sul mercato delle materie prime, invece, il prezzo di un barile di greggio Brent è stato scambiato con cali notevoli di oltre il 2%, dopo l’informazione che la Russia ha ordinato il ritiro delle sue truppe dalla città di Kherson. Il barile del Brent, punto di riferimento in Europa, è stato così scambiato a 93 dollari, mentre l’americano West Texas si è attestato intorno agli 86 dollari.

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