Indicatori Trading | Scopri i migliori indicatori forex per fare trading

INDICATORI-DI-TRADING

Cosa sono gli indicatori trading o indicatori tecnici? Come sfruttare gli indicatori forex per fare trading con successo?

Un indicatore o oscillatore di trading è uno strumento matematico che permette di analizzare il comportamento dei prezzi di un asset finanziario con lo scopo di prevedere l’andamento futuro di tale asset

Ti dico subito però che tra un “indicatore” di trading e un “oscillatore” di trading c’è una minima differenza:

– Un indicatore non è connesso a nessun range di valori che può assumere.

– Un oscillatore è invece connesso ad un certo range definito di valori che può assumere. E quindi assumerà sempre un valore superiore a un certo minimo e inferiore a un certo massimo.

In questo articolo:

– Scoprirai cosa sono gli indicatori trading o indicatori forex, e come puoi sfruttarli.

– In particolare vedrai i 10 più importanti indicatori trading, ovvero quelli che sono più utili operativamente e che sono più usati dalla maggior parte degli operatori.

– Infine potrai passare subito alla pratica, perché ti riporterò delle guide grafiche step-by-step riguardo come tracciare i vari indicatori forex su una piattaforma di trading.

Non so se hai già aperto oppure no il conto di trading demo sui CFD del forex con il broker che ti ho consigliato varie volte nel sito. Comunque, puoi iniziare sin da oggi ad esercitarti su un conto demo e fare pratica con gli indicatori forex facendo la seguente cosa:

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Ora ti chiedo di entrare dentro il conto demo iq option che dovresti aver aperto. Ti chiedo di farlo perché man mano che leggi cosa sono e come tracciare gli indicatori trading, dovresti esercitarti a tracciarli operativamente sulla piattaforme di trading di iq option. In questo modo potrai subito passare all’azione ed esercitarti sugli indicatori forex su un conto demo.

Prendi questo articolo come un’occasione sia per migliorare le tue conoscenze che per applicare subito ciò che impari.

Bene, ora iniziamo. Partiamo con le 3 utilità degli indicatori trading.


Le 3 utilità degli indicatori trading

indicatori trading

Vediamo ora a cosa servono, nella pratica, gli indicatori trading. Gli indicatori trading hanno di fatto 3 utilità per il trader che li utilizza:

1) Segnalare situazioni di ipercomprato e ipervenduto

2) Segnalare divergenze rialziste e ribassiste

3) Fornire segnali operativi di entrata e uscita da una trade

Andiamo ora a vedere una ad una queste 3 utilità.

1) Segnalare situazioni di ipercomprato e ipervenduto

Definiamo subito cosa significano queste situazioni di mercato in cui un asset è in “ipercomprato” o in “ipervenduto”.

Una situazione di ipervenduto (oversold) si verifica quando in un asset ci sono stati eccessi di offerta. Dunque tale situazione si verifica quando l’asset si è mosso al ribasso con molta intensità e in modo assai veloce

Viceversa, una situazione di ipercomprato (overbought) si verifica quando in un asset ci sono stati eccessi di domanda. Dunque tale situazione si verifica quando l’asset si è mosso al rialzo con molta intensità e in modo assai veloce

Se un indicatore di trading indica che i prezzi di un asset sono entrati in una fase di ipercomprato o ipervenduto, ciò è un monito.

Vuol dire infatti che si sono generati degli eccessi di domanda o di offerta, che probabilmente saranno “corretti” attraverso una fase laterale di consolidamento o anche un ritracciamento. Ritracciamento che prenderà direzione opposta a quella sviluppatosi con il precedente eccesso di ipercomprato o ipervenduto.

Attenzione però: in presenza di forti movimenti di mercato, dovuti spesso a eventi macroeconomici sorprendenti, un asset potrebbe continuare a salire (scendere) anche se si trova da molto tempo in una situazione di ipercomprato (ipervenduto).

Occhio dunque: capire quando un asset è in ipercomprato o in ipervenduto è importante, ma non impostare l’entrata in una trade solo in base a questa informazione.

Tra poco vedrai come molti dei 10 indicatori trading più importanti segnalino situazioni di ipercomprato e ipervenduto. Per il momento, dai un’occhiata ai seguenti 2 esempi riferiti a un indicatore di nome RSI (relative strenght index), che vedremo in dettaglio tra poco.

In questo primo esempio l’indicatore RSI indica una situazione di forte ipercomprato che è poi prontamente “corretta” dai prezzi con un rimbalzo al ribasso prima, e laterale poi.

In questo secondo esempio, invece, l’indicatore RSI indica una situazione di forte ipervenduto che è poi prontamente “corretta” dai prezzi con un rimbalzo al rialzo.

2) Segnalare divergenze rialziste e ribassiste

Le divergenze in questione si riferiscono alle divergenze tra il comportamento dei prezzi di mercato ed il comportamento dell’indicatore di trading. Le divergenze sono dei segnali di allerta che indicano un possibile imminente cambio di trend. E quindi indicano un possibile ottimo prezzo di entrata o di uscita da una trade.

Vediamo nel dettaglio i 2 tipi di divergenze possibili:

Una divergenza rialzista o positiva si verifica quando i prezzi di un asset continuano a scendere e segnano un nuovo minimo, mentre l’indicatore di trading segna invece minimi crescenti dentro l’area di ipervenduto, o meglio ancora esce del tutto dall’area di ipervenduto

Di seguito trovi un esempio di divergenza rialzista segnalata dal RSI, che ha portato un cambio di trend da ribassista a rialzista.

Viceversa, una divergenza ribassista o negativa si verifica quando i prezzi di un asset continuano a salire e segnano un nuovo massimo, mentre l’indicatore di trading segna invece massimi decrescenti dentro l’area di ipercomprato, o meglio ancora esce del tutto dall’area di ipercomprato

Di seguito trovi un esempio di divergenza ribassista segnalata sempre dal RSI, che ha portato a un cambio di trend da rialzista a ribassista.

3) Fornire segnali operativi di entrata e uscita da una trade

Gran parte dei segnali operativi di entrata e di uscita da una trade che gli indicatori di trading ti offrono sono specifici per ogni singolo indicatore forex.

In precedenza, tuttavia, abbiamo visto come ci siano 2 grandi filoni di segnali operativi che sono comuni a più indicatori diversi:

1) Il primo filone riguarda i segnali operativi che derivano dall’entrata in un asset che si trova in una situazione di ipercomprato o ipervenduto.

2) Il secondo filone riguarda i segnali operativi che derivano dalla nascita di divergenze positive o negative.

Oltre a queste 2 macro-categorie di segnali operativi, i singoli indicatori di trading possono darti anche specifici segnali operativi di entrata o di uscita da una trade.

Visto però che tali segnali sono specifici e unici per ogni singolo indicatore, li vedremo in dettaglio tra poco nella seconda parte di questo articolo, quando analizzeremo i 10 più importanti indicatori trading. Ma prima ti devo parlare dei periodi e dei parametri degli indicatori forex.


I periodi e i parametri da impostare negli indicatori forex

indicatori forex

Se hai letto l’articolo riguardo cosa sono le medie mobili, sai già cos’è un periodo. Almeno in riferimento a una media mobile. In particolare, sai che ogni media mobile è costruita tenendo conto di un periodo.

Se per esempio stai usando un grafico giornaliero ed imposti una media mobile con periodo 200, vuol dire che nel calcolo della media mobile sono prese in considerazione le ultime 200 candele.

Il periodo deve spesso essere impostato anche negli indicatori trading. Infatti, molti indicatori che andremo ad analizzare si basano su un mix di medie mobili.

Invece altri indicatori, semplicemente, devono aver impostato nel calcolo un periodo di riferimento. In modo del tutto analogo a quello che succede per le medie mobili.

Infine, oltre al periodo, alcuni indicatori richiedono di impostare anche altri parametri che sono specifici per ogni singolo indicatore. Vedremo tutto in dettaglio nei prossimi paragrafi. E vedremo anche quali sono i periodi e in generale i parametri più comuni da utilizzare per ognuno dei 10 indicatori di trading analizzati.

Ti avverto subito di una cosa però. In modo del tutto analogo a quello visto per le medie mobili, anche per gli indicatori forex esiste la trade off tempestività-affidabilità con riferimento al periodo scelto ed in generale a tutti i parametri da impostare.

Ovvero:

Più i periodi o i parametri di un indicatore forex sono brevi, maggiore sarà la sua tempestività nel creare segnali operativi. Tuttavia, minore sarà invece la sua affidabilità: ovvero potrebbe generare falsi segnali, cioè segnali operativi sbagliati

Viceversa, più i periodi o i parametri di un indicatore forex sono lunghi, minore sarà la sua tempestività nel creare segnali operativi. Tuttavia, maggiore sarà invece la sua affidabilità: quindi c’è un rischio minore di generare falsi segnali


Pausa

Siamo arrivati più o meno a metà di questo articolo su tutto quello che devi sapere sugli indicatori trading. Ti sta piacendo? Lo trovi utile? E’ uno dei migliori articoli sugli indicatori forex che hai trovato online?

Be’, allora potresti dimostrarmi il tuo apprezzamento aggiungendomi un bel like su Facebook! A te non costa niente, mentre per me conta veramente tanto. Basta che clicchi sul bottone qui sotto.

Grazie infinite! Ora proseguiamo.


I 10 migliori indicatori trading

Ok, mettiti comodo perché ora inizia il piatto forte.

Vediamo uno ad uno i 10 migliori indicatori trading che puoi inserire nella tua operatività. E per ognuno vediamo come può esserti utile nella pratica per impostare trade vincenti.

Ah, un’ultima cosa prima di iniziare. Molti di questi indicatori si basano su delle medie mobili, quindi può essere molto utile, prima di iniziare a leggere gli indicatori, consultare l’articolo riguardo le medie mobili.

Ora iniziamo!


1) Momentum

E’ probabilmente l’indicatore più semplice in assoluto da calcolare. Il momentum è semplicemente la differenza percentuale tra il prezzo di chiusura corrente di una candela e quello di una candela precedente, che imposti tu stesso tramite la scelta del periodo.

Dal punto di vista grafico il momentum è composto da una linea che oscilla sopra o sotto un asse con valore 100. Vediamo subito un esempio.

 

Quando la linea del momentum attraversa dall’alto verso il basso l’asse del 100 vuol dire che un trend rialzista è finito o sta finendo. Viceversa, quando la linea del momentum attraversa dal basso verso l’alto l’asse del 100 vuol dire che un trend ribassista è finito o sta finendo.

Come immaginerai, dunque, quando sia i prezzi sia la linea del momentum crescono vuol dire che c’è un trend rialzista. Specie se la linea del momentum è sopra l’asse del 100. Viceversa, se sia i prezzi sia la linea del momentum decrescono vuol dire che c’è un trend ribassista. Specie se la linea del momentum è sotto l’asse del 100.

Inoltre, il momentum può essere utile anche perché rivela divergenze positive e negative, secondo le regole che abbiamo visto prima.

Infine, ti segnalo che i periodi più comuni da impostare per l’indicatore momentum sono 10 o 14.


2) Bande di Bollinger

Le bande di Bollinger sono state inventate da una leggenda del trading: Jhon Bollinger. Americano, Bollinger creò questo indicatore con lo scopo principale di rivelare la volatilità presente sul mercato in un certo momento.

Dal punto di visto grafico l’indicatore è composto da 3 linee. La prima è una media mobile centrale, che Bollinger suggerisce di tracciare con periodo 20. Le altre 2 sono linee (o bande) calcolate usando una deviazione standard da tale media mobile di valore 2. Tali bande segnalano quando la volatilità sull’asset sta aumentando o diminuendo.

Vediamo di seguito un esempio.

Dal punto di vista pratico, le bande di Bollinger sono molto utili in 2 modi:

A) Segnalano quando c’è una compressione di volatilità. Questo succede quando le bande si avvicinano molto alla media mobile centrale. Ciò spesso significa che la volatilità è compressa ed esploderà presto al rialzo, causando un forte movimento direzionale o al ribasso o al rialzo.

B) Confermano la forza di un trend. Quando i prezzi sono a contatto con la banda superiore, è in atto un trend rialzista. Viceversa, quando i prezzi sono a contatto con la banda inferiore, è in atto un trend ribassista.

Bollinger stesso dichiara che il periodo migliore per usare le sue bande è 20. Ma altri periodi popolari tra i trader sono 10 o 50. Mentre la deviazione standard da usare è sempre quella classica suggerita da Bollinger di 2.


3) Alligator

L’alligatore è probabilmente l’indicatore più complicato, o almeno quello che “sporca” di più il grafico. E’ stato creato del trader Bill Williams.

L’alligatore è composto da 3 medie mobili di tipo smoothed (SMMA), con periodi diversi e con “scostamenti o smoothing” diversi.

Ora, non ti ho mai parlato degli scostamenti di una media mobile perché di fatto è un’informazione che è utile solo per questo specifico indicatore. In tutti gli altri indicatori trading o in una classica media mobile, lo scostamento deve essere 0.

Uno scostamento è una correzione nella distribuzione di una media per ridurre la variabilità dei dati. La media mobile può essere calcolata sostituendo a ogni dato della serie storica la media creata con il dato precedente e il successivo se lo scostamento scelto è 3, con i due dati precedenti e i due successivi se lo scostamento scelto è 5, e così via. Dunque, lo scostamento sarà sempre un numero dispari.

In un alligatore vengono usate le seguenti 3 medie mobili:

– Una SMMA con periodo 13 e scostamento 8. Sono le fauci dell’alligatore, nell’esempio è la media blu.

– Una SMMA con periodo 8 e scostamento 5. Sono i denti dell’alligatore, nell’esempio è la media rossa.

– Una SMMA con periodo 5 e scostamento 3. Sono le labbra dell’alligatore, nell’esempio è la media gialla.

Bene, a questo punto vediamo il grafico di esempio.

L’alligator ti fornisce segnali operativi attraverso le 3 seguenti “fasi dell’alligatore”.

A) L’alligatore dorme. In questa fase le 3 medie mobili si intrecciano continuamente tra loro. Indica una fase di lateralità in cui dovresti stare fuori dal mercato.

B) L’alligatore mangia a bocca aperta. In questa fase le 3 medie mobili si muovono sempre più in alto o sempre più in basso, e sono fortemente distanziate tra loro.

Se esse cominciano a muoversi in basso, vuol dire che si potrebbe verificare l’inizio di un trend ribassista e quindi segnala una possibile buona entrata short. Viceversa, se esse cominciano a muoversi in alto, vuol dire che si potrebbe verificare l’inizio di un trend rialzista e quindi segnala una possibile buona entrata long.

C) L’alligatore è sazio. In questa fase i prezzi attraversano la media intermedia (nell’esempio, la rossa) e/o la media più veloce (nell’esempio, gialla) incrocia quella intermedia (rossa). In questo caso vuol dire che il precedente trend si sta per concludere. Di conseguenza, questo è il segnale per uscire da una trade long o short precedentemente aperta.


4) RSI

Il relative strenght index (RSI) o indice di forza relativa è un indicatore forex molto popolare, soprattutto sul forex. E’ stato ideato da J.W. Wilder.

Dal punto di vista grafico il RSI è una linea che può assumere un valore tra 0 e 100. Inoltre, il suo valore va comparato a 2 assi: quello del 30 e quello del 70.

Vediamo di seguito un esempio di RSI.

Il RSI è molto utile nei seguenti 2 modi:

A) Segnala situazioni di ipercomprato e ipervenduto. L’asset è in ipercomprato se il RSI attraversa al rialzo l’asse di 70. L’asset è in ipervenduto se il RSI attraversa al ribasso l’asse di 30.

B) Segnala divergenze rialziste e ribassiste. Il RSI è forse l’indicatore più adatto di tutti per individuare divergenze positive o negative.

Il periodo più comune da utilizzare per il RSI è 14, ma sono anche utilizzati i periodi di 6, 8 e 10.


5) MACD

Il Moving Average Convergence-Divergence (MACD) è un indicatore forex il cui calcolo richiama al Momentum, sebbene il MACD sia molto più elaborato e raffinato.

IL MACD è costruito con i seguenti parametri:

– Una EMA con periodo 26, che però non appare nel grafico.

– Una EMA con periodo 12, che però non appare nel grafico.

– Una linea di segnale, chiamata “signal line”, che è costruita utilizzando le differenze tra le 2 precedenti EMA. La signal line è anche chiamata linea di MACD. Essa appare sempre nel grafico.

– Una EMA con periodo 9, chiamata “trigger line”, che è costruita sui valori della signal line. Di solito questa EMA non appare sul grafico, ma alcune piattaforme di trading invece la riportano.

Graficamente, di solito si vedrà dunque solo la signal line (nell’esempio rossa). In più ci saranno delle barrette verticali (nell’esempio bianche), che possono muoversi sopra lo 0 oppure sotto lo 0.

Vediamo di seguito l’esempio.

Dal punto di vista operativo il MACD:

A) Segnala un’entrata long o un’uscita da una trade short quando la barre verticali scavalcano al rialzo lo 0 OPPURE scavalcano al rialzo la signal line.

B) Segnala un’entrata short o un’uscita da una trade long quando le barre verticali scavalcano al ribasso lo 0 OPPURE scavalcano al ribasso la signal line.

C) Segnala divergenze positive o negative, attraverso il paragone grafico tra la signal line e i prezzi dell’asset.


6) Parabolic Sar

Il Parabolic Stop and Reversal (SAR) è un indicatore trading che segnala in modo molto chiaro l’andamento di un trend di mercato. E’ stato anch’esso ideato da Wilder.

Tralascio il complesso calcolo dell’indicatore che a te poco interessa. Quello che devi sapere è che graficamente esso appare come una linea tratteggiata che segue l’asset al di sopra dei prezzi oppure al di sotto dei prezzi.

Se la linea si trova al di sopra dei prezzi, si è in presenza di un trend ribassista o comunque di un movimento al ribasso dei prezzi. Se la linea si trova al di sotto dei prezzi, si è in presenza di un trend rialzista o comunque di un movimento al rialzo dei prezzi.

Vediamo di seguito un esempio.

Il principale uso operativo del parabolic sar è come stop loss. Infatti, molti trader mettono gli stop loss su posizioni in essere in guadagno appena dopo la linea tratteggiata del parabolic sar.

Un ultimo dettaglio sul parabolic sar. Per tracciarlo devi impostare 2 parametri: accelerazione (o passo) e accelerazione massima (o massimo). Il parametro accelerazione deve essere sempre impostato a 0.02, quello massimo sempre a 0.2.


7) Oscillatore Stocastico

L’oscillatore stocastico è stato ideato da George Lane. Questo oscillatore si basa sul calcolo del rapporto tra i prezzi di chiusura delle candele con i prezzi di massimo o di minimo nel periodo considerato.

L’intuizione di Lane si basava sul fatto che in trend rialzisti i prezzi di chiusura sono di norma vicini a quelli massimi, mentre in trend ribassisti i prezzi di chiusura sono di norma vicini a quelli minimi.

Come prima, tralasciamo i complessi calcoli dell’oscillatore stocastico che sono ben poco utili.

Ti dico però che tale oscillatore è composto da 4 parametri:

A) %K > è una linea che si ottiene mettendo in relazione il prezzo di chiusura con un certo range di prezzo nel periodo scelto. Nella versione base il periodo è 14.

B) %D > è la linea che rappresenta la media mobile semplice di %K. Nella versione base il periodo di tale SMA è 3.

C) Livellatura o rallentamento. Questo è un parametro tecnico per il calcolo dell’oscillatore, che deve sempre essere impostato a 3.

D) Due assi orizzontali, uno con valore 80 e uno con valore 20. Essi delimitano le aree di ipercomprato e ipervenduto.

Da punto di vista grafico, dunque, avremo:

– Una linea %K. Nell’esempio è blu.

– Una linea %D, che è più lenta di %K. Nell’esempio è rossa.

– Un asse di 80 e un asse di 20. Infatti, %K e %D possono assumere soltanto un valore tra 0 e 100. Se una o entrambe le linee attraversano al rialzo l’asse 80, l’asset entra in ipercomprato. Se una o entrambe le linee attraversano al ribasso l’asso 20, l’asset entra in ipervenduto.

Vediamo ora il seguente esempio.

Dal punto di vista operativo, l’oscillatore stocastico è utile in 3 modi diversi:

1) Segnala situazioni di ipercomprato e ipervenduto.

2) Quando %K incrocia dall’alto verso il basso %D dentro l’area di ipercomprato, nasce un segnale di entrata short o di uscita da una trade long. Viceversa, quando %K incrocia dal basso verso l’alto %D dentro l’area di ipervenduto, nasce un segnale di entrata long o di uscita da una trade short.

3) Segnala divergenze positive o negative. Le divergenze si possono creare tra una o entrambe le linee ed i prezzi dell’asset.

Infine, un’ultima cosa. La versione classica dell’oscillatore stocastico è quella che utilizza %K con periodo 14 e %D con periodo 3.

Esiste però anche una versione più “lenta” dello stocastico, che è dunque più affidabile ma meno tempestiva nel dare segnali operativi. Questa versione è calcolata usando periodo 3 per la linea %K, mentre il periodo per %D rimane sempre 3.


8) ADX

L’Average Directional Movement Index (ADX) o movimento direzionale è stato anch’esso creato da Wilder. L’ADX si differenzia dagli altri indicatori perché segnala in modo chiaro le fasi di lateralità del mercato.

Dal punto di vista grafico, l’ADX è composto da 4 elementi:

A) Un asse di valore 20. Nell’esempio è l’asse bianca.

B) La linea ADX, che ha l’unico scopo di segnalare se l’asset si sta muovendo lateralmente o in trend. Se la linea ADX si muove sopra 20 vuol dire che i prezzi sono in una fase di trend. Se essa si muove sotto 20 vuol dire che i prezzi sono in una fase laterale. Nell’esempio è la linea gialla.

C) La linea +Di (positive direction indicator), che quantifica la forza dei compratori. Nell’esempio è la linea blu.

D) La linea -Di (negative direction indicator), che quantifica la forza dei venditori. Nell’esempio è la linea rossa.

Se l’ADX è superiore a 20 e +Di è maggiore di -Di, l’asset si sta muovendo in un trend rialzista. Viceversa, se l’ADX è superiore a 20 e +Di è minore di -Di, l’asset si sta muovendo in un trend ribassista.

Dai un’occhiata all’esempio.

Dal punto di vista operativo l’ADX è utile nel seguente modo:

– Quando l’ADX è superiore a 20 e +Di incrocia dal basso verso l’alto -Di, segnala un’entrata long o un’uscita da una trade short.

– Viceversa, quando l’ADX è superiore a 20 e +Di incrocia dall’alto verso il basso -Di, segnala un’entrata short o un’uscita da una trade long.

L’unico paragrafo da impostare nell’ADX è il periodo, e di norma è sempre scelto quello a 14.


9) CCI

Il Commodity Channel Index (CCI) è un indicatore molto popolare perché è molto semplice, pulito e chiaro da interpretare. E’ stato ideato da D.R. Lambert.

Come al solito, non addentriamoci nei complessi calcoli dell’indicatore che sono ben poco utili. Ti basta sapere che il CCI è calcolato rapportando il prezzo attuale di un asset con una media mobile di norma con periodo 14. Questo rapporto è poi normalizzato utilizzando delle deviazioni medie.

Dal punto di vista grafico, il CCI è composto dai seguenti elementi:

A) Due assi: una con valore 100 e una con valore -100. Nell’esempio sono le assi bianche.

B) La linea CCI che si muove tra questi due assi. Nell’esempio è la linea rossa.

Vediamo l’esempio.

Dal punto di vista operativo, il CCI è utile in 2 classici modi:

1) Segnala ipercomprato quando la linea CCI scavalca al rialzo l’asse 100. Segnala ipervenduto quando la linea CCI scavalca al ribasso l’asse -100.

2) Segnala divergenze positive e negative che si creano tra la linea CCI ed i prezzi dell’asset.

Come detto, il periodo classico da scegliere è 14.


10) Volumi

Sebbene i volumi non rappresentino un indicatore forex classico, è comunque importante spendere qualche parola sulla loro importanza.

Se hai letto altri articoli di questo sito, dovresti già sapere perché monitorare i volumi è importante nella tua operatività. Ne abbiamo già parlato nell’articolo sugli orari di borsa ed in quello sulle configurazioni grafiche.

Per sintetizzarti un po’ il tutto, possiamo affermare che i volumi sono importanti per 3 motivi:

1) Segnalano la forza e la rilevanza di un movimento direzionale.

Se un asset è comprato da tantissimi compratori allo stesso momento, esso si muoverà al rialzo con grande intensità ed in poco tempo. Viceversa, se un asset è venduto da tantissimi venditori allo stesso momento, esso si muoverà al ribasso con grande intensità ed in poco tempo.

Ma non solo. Movimenti direzionali avvallati dalla presenza di forti volumi segnalano che qualcosa di importante sta avvenendo sul mercato. Sono insomma una conferma del cambiamento dello status quo e dell’inizio di una nuova fase di trend, sia essa al rialzo o al ribasso.

2) Confermano le fasi laterali di consolidamento.

In modo opposto alla situazione descritta nel precedente punto, volumi bassi stanno spesso ad indicare momenti in cui compratori e venditori sono in attesa.

Dunque è molto probabile che il mercato stia vivendo una fase laterale di consolidamento. Ne abbiamo parlato nell’articolo riguardo trendline, supporti e resistenze.

3) Infine, i volumi sono parte integrante di molte configurazioni grafiche.

Ovvero, l’aumentare o il diminuire dei volumi conferma oppure no la creazione di alcuni pattern grafici sulle candele giapponesi. Ne abbiamo parlato in dettaglio nell’articolo sulle configurazioni grafiche.

Come avrai già notato nei vari esempi visti fin ora, i volumi sono riportati, in qualunque piattaforma di trading, appena sotto le candele giapponesi. Come nel seguente esempio.

Attenzione però! Riguardo i volumi alcune credenze e regole sono molto cambiate negli ultimi anni. Secondo manuale dell’analisi tecnica, per esempio, i volumi dovrebbero aumentare in fasi rialziste e diminuire in fasi ribassiste. Ciò al giorno d’oggi non è più vero.

Il perché te lo spiega Massimo Intropido in questo spezzone di video prodotto da Ricerca Finanza, preso dagli studi di Class CNBC.


Come tracciare gli indicatori trading su iq option

Dopo esserti sorbito questi 10 indicatori trading, pensi davvero di voler restare con le mani in mano? Passiamo ora ad un po’ di pratica!

Nel prossimo paragrafo trovi degli screenshot che ti mostrano come tracciare nella pratica tutti gli indicatori trading visti fin ora nella piattaforma di iq option.


Tracciare gli indicatori forex su iq option

Vediamo come tracciare un indicatore di trading in 2 passaggi.

1) Nella schermata principale clicca sull’icona “indicatori” in basso a sinistra (cerchio rosso), e poi su uno qualsiasi degli indicatori trading (rettangolo rosso).

Sulla destra trovi un mini descrizione dello specifico indicatore ogni volta che appoggi il cursore sopra di esso…ma modestamente le mie descrizioni sono molto meglio!

2) Si aprirà la finestra per impostare i parametri dell’indicatore. Tale finestra è specifica per ogni indicatore, perché a ogni indicatore vanno impostati parametri diversi. Abbiamo già visto i parametri più popolari per ogni indicatore nei precedenti paragrafi.

Nello screenshot di sotto trovi la finestra per l’indicatore RSI.

Una volta confermati i parametri il tuo indicatore apparirà in automatico sul grafico in esame.


Ora passa alla pratica!

Entra sul tuo conto demo iq option. Apri il grafico giornaliero di un asset a piacere. E traccia almeno 1 dei 10 indicatori che abbiamo analizzato. E poi nota i segnali operativi che esso ha generato nei giorni scorsi.


Conclusioni + ultimo monito

In questo articolo ti ho mostrato:

– Cosa sono gli indicatori trading.

– Quali sono i 10 più importanti indicatori trading, a cosa servono e come puoi sfruttarli.

– Come passare all’azione: hai imparato come tracciare gli indicatori di trading nella piattaforma di iq option.

Ti lascio con un monito:

Un indicatore di trading deve essere uno degli elementi che ti porta a entrare o uscire da una trade, ma non l’elemento principale!

E ciò è ancor più vero per 2 motivi:

1) Un certo indicatore potrebbe essere ottimo per il mio stile di trading. Ma pessimo per il tuo. Insomma, diversi indicatori possono andare bene o male per diversi stili di trading. Quindi sta a te capire quale o quali sono gli indicatori più adatti per il tuo stile di trading. E devi capire anche quali sono i parametri più adatti al tuo stile.

2) Spesso gli indicatori non sono affidabili in condizioni di mercato “anomalo”. Specie a seguito di dati macroeconomici inaspettati.

Ancora una volta, ti riporto un breve video di Intropido che spiega meglio questi 2 punti che ti ho appena detto. In questo spezzone di video prodotto da Ricerca Finanza, Intropido fa capire come gli indicatori trading possano spesso essere un po’ “birichini”.

Inoltre, come sai se hai letto gli altri articoli di questo sito, per avere successo nel trading devi combinare insieme più competenze. Dal money management all’utilizzo di medie mobili, passando per l’analisi fondamentale e tanto altro ancora.

Quindi non aprire o chiudere una posizione basandoti solo su un segnale di un indicatore di trading. Piuttosto, cerca di usare i segnali operativi di uno o più indicatori come una conferma in più nell’impostazione di una trade.

Inoltre, in questo articolo abbiamo visto i 10 indicatori trading più importanti che puoi scegliere, ma non devi mica usarli tutti insieme! Usarne insieme 1, 2 o massimo 3 è più che sufficiente. L’importante è “come” li usi.

Con questo è davvero tutto.

Ti è piaciuto questo articolo? Lo hai trovato utile? Hai compreso tutto riguardo gli indicatori trading o indicatori forex?

Se la risposta a queste domande è si, se non lo hai già fatto potresti per favore mettermi un bel like su Facebook? A te non costa niente, mentre per me vale veramente tantissimo! Clicca sul bottone qui sotto.

Grazie mille!

Ho un’ultima sorpresa per te: qui di seguito trovi un box di super sintesi riguardo i principali punti chiave di questo articolo. Trovi uno schema del genere in tutti gli articoli di Il Forza-trading

Ti abbraccio e alla prossima!

Giovanni alias Fairmaster


Box di sintesi | Indicatori Trading | Scopri i migliori indicatori forex per fare trading

Un indicatore o oscillatore di trading è uno strumento matematico che permette di analizzare il comportamento dei prezzi di un asset finanziario con lo scopo di prevedere l’andamento futuro di tale asset

Gli indicatori trading hanno 3 utilità per il trader che li utilizza:

1) Segnalare situazioni di ipercomprato e ipervenduto

2) Segnalare divergenze rialziste e ribassiste

3) Fornire segnali operativi di entrata e uscita da una trade

Esiste una forte trade off tempestività-affidabilità con riferimento al periodo e anche a tutti i vari parametri da impostare in un indicatore di trading

I 10 indicatori trading più importanti e che puoi consultare in questo articolo sono: momentum, bande di Bollinger, alligator, RSI, MACD, parabolic sar, stocastico, ADX, CCI e…i volumi

Un indicatore di trading deve essere uno degli elementi che ti porta a entrare o uscire da una trade, ma non l’elemento principale

Puoi esercitarti sin da subito a impostare e osservare gli indicatori di trading sul tuo conto demo di CFD sul forex di iq option.


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