Álex Palou, l’ultimo conquistatore spagnolo nelle Americhe, fa il passo successivo

Álex Palou, al Circuit of the Americas di Austin. /epFormula 1

Il campione IndyCar nel 2021 esordisce con la McLaren in un GP di Formula 1, quando disputa le prove libere sul tracciato di Austin

Per arrivare alla Formula 1 ci sono diversi modi. I più anziani del paddock, come Fernando Alonso o Lewis Hamilton, lo hanno fatto sulla strada del successo, vincendo campionati nella cosiddetta Formula promozionale fino a raggiungere la vetta. Benché quella scala non sia scomparsa, tutt’altro -ne è prova la presenza di giovani come George Russell o Nick de Vries, entrambi campioni di F2 dal 2023-, vincitori di campionati importanti, siano essi tipici della Formula 1, o di altri tipi di categorie, non è più una garanzia di caricamento. L’esempio di raggiungere la Formula 1 per la strada più lunga è rappresentato dal 21° pilota spagnolo che ha partecipato a un Gran Premio. A partire da questo venerdì, Álex Palou di Barcellona sa già cosa vuol dire condividere la pista con i corridori del “grande circo”. Palou ha partecipato per la prima volta alle prove libere con il team McLaren, che ha optato per lui per subentrare ai suoi servizi, non senza una battaglia legale con il suo team, Ganassi, con il quale è diventato campione IndyCar. Il pilota catalano non è il grande gioiello dell’accademia spagnola perché è passato molto tempo dall’ultima volta che può essere considerato una giovane promessa, ma è una realtà affidabile. Secondo nella mitica 500 Miglia di Indianapolis, candidato di tutto e finalmente campione della competizione, era questione di tempo prima che attirasse l’attenzione lontano dai confini americani. La sua carriera in F1 non potrebbe essere più contrapposta a quella di uomini come il già citato Alonso, o il suo coetaneo Carlos Sainz, con il quale ha trascorso tre anni. Mentre il pilota della Ferrari di oggi è stato presto chiamato nei ranghi della scuola per giovani talenti della Red Bull, e da lì è salito in cima, Palou ha dovuto deviare dalla F3 per andare in Giappone, dove si è subito distinto. Da lì alla IndyCar, dove sa già cosa significa non solo vincere delle gare, ma anche un campionato storico che ha contribuito a metterlo sulla bocca di tutti. La sua incorporazione alla McLaren ha portato molta coda. Un rinnovo unilaterale di Ganassi che lo stesso Palou ha smentito, una risposta parallela della McLaren dicendo che era sua ma senza confermare se sarebbe arrivato in F1 ma anche se sarebbe rimasto nella sua struttura, la Arrow McLaren, a Indy. Alla fine sono stati gli avvocati a decidere e il barcellonese ha rinnovato, a malincuore, e nel 2023 continuerà nella sua attuale struttura a mantenere l’auto 10 nel concorso americano. I canti delle sirene della Formula 1 erano troppo allettanti e gli costavano quasi il suo “status quo” a Indy. Negli Stati Uniti si è guadagnato prestigio grazie alla sua velocità, al buon comportamento dentro e fuori pista e alle qualità tecniche che, come ha visto il compianto Adrián Campos (lo stesso che ha scoperto Fernando Alonso), lo hanno portato molto lontano. Se sarà o meno nell’élite della Coppa del Mondo, solo il tempo può dirlo, ma la McLaren lo ha legato per ogni evenienza. Non vogliono perdere l’occasione.

Tre spagnoli in pista

Non è stata, tutt’altro, la prima volta che tre spagnoli hanno coinciso in pista, ma è stata forse la più diversa tra loro. Da una parte c’è Fernando Alonso, che affronta il lungo tratto finale della sua carriera sportiva, in una squadra che non lo ama né si prende cura di lui -l’ultima brutta cosa che gli hanno fatto è non dargli il nuovo pavimento che Ocon avrà- e con la mente concentrata su un’altra, Aston Martin, che lascia a malapena il fondo della griglia. Ben diversa è Carlos Sainz, la cui delusione è palpabile non solo nelle sue dichiarazioni, dove ammette di non sentirsi a suo agio con la Ferrari e di sapere di essere inferiore a Charles Leclerc, che è lontano come passo gara. Basterebbe solo una nuova vittoria da qui a fine anno per liberarsi dell’amaro in bocca. E l’ultimo ad arrivare è Palou, che pur essendo un talento innato e più che rispettato a Indy, in F1 è un esordiente con tanta sostanza ma zero chilometri in un GP al di là di alcuni test privati. Solo il destino sa cosa può succedere, ma l’aggiunta di Oscar Piastri alla McLaren al fianco di Lando Norris garantisce un duo giovane e desideroso per molti anni a venire. Che Palou trovi il suo posto se uno di loro se ne va, dipenderà più dal rimanere affamati e tenere d’occhio se uno dei due non è all’altezza.

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