Palazzo di Giustizia di Murcia, in un file immagine. / NACHO GARCIA / AGM
Gli atti criminosi indagati, che comprendono anche la detenzione illegale, i feriti e le minacce, sarebbero avvenuti nell’urbanizzazione di Joven Futura nella capitale
Il capo del Tribunale per i minorenni n. 1 di Murcia impone la misura cautelare dell’internamento in regime chiuso per tre minori, rispettivamente di 17, 15 e 14 anni, indagate per i reati di violenza sessuale, detenzione illegale, lesioni e minacce a due ragazze di 14 e 15 anni, nell’urbanizzazione Joven Futura nella capitale. Secondo i dati raccolti negli atti del gruppo di minori della Polizia Nazionale di Murcia, della Procura, delle dichiarazioni delle vittime, degli esami fotografici e dei referti medici, e delle stesse dichiarazioni dei detenuti, ci sono indicazioni che i tre minorenni detenuti Hanno costretto i due ragazzi a salire sulle loro moto, li hanno portati in una zona remota e lì li hanno aggrediti sessualmente contro la loro volontà, ha spiegato il giudice nella delibera di adozione di questa misura cautelare. Accogliendo la richiesta della Procura, il magistrato ritiene che “il provvedimento sia del tutto legittimato”, poiché ci troviamo “di fronte a un evento gravissimo per ledere la libertà sessuale di due minori”, aggravato dall’uso della “minaccia prima e la violenza poi per vincere la resistenza delle vittime” e, “se possibile” gravemente “maggiore per l’uso dell’intimidazione attraverso il gruppo”. Inoltre, sono “minori con scarso rendimento scolastico, nessuna strutturazione del tempo libero e scarso rispetto dell’autorità”, e in alcuni casi già condannati per un diverso atto criminale. Si è convenuto di adottare, in tutti e tre i casi, una misura cautelare di custodia cautelare con l’obiettivo di “proteggere la società in generale e le vittime in particolare, salvaguardare l’ordine pubblico, arginare questo tipo di reato che crea grande allarme sociale tra le giovani donne, avere il minore in piena e permanente collocazione oltre al necessario intervento e tutela del minore”. Inoltre, si tratta di “evitare la recidiva e che i ricorrenti possano essere aggrediti”, non potendo stabilire altri provvedimenti vista la gravità dei fatti e il provvedimento giudiziario che eventualmente potrà essere inflitto in sentenza.
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