Non ci sono ancora indagati e nessuna azione è stata richiesta al Tribunale Nazionale
Li ha inviati dalla provincia di Valladolid l’autore delle sei lettere con materiale pirotecnico al Palazzo Moncloa, alle ambasciate ucraina e degli Stati Uniti, al ministro della Difesa, Margarita Robles, oa una compagnia di armi di Saragozza. Lo si legge in una lettera inviata oggi pomeriggio al tribunale del Tribunale nazionale che sta indagando sui fatti dalla Questura, nella quale gli inquirenti sottolineano anche che tutti questi plichi sono stati realizzati dallo stesso autore. La Procura del Tribunale nazionale chiarisce che gli inquirenti non chiedono di compiere alcuna diligenza poiché non vi è la minima traccia dell’autore delle spedizioni e che le indagini “sono ben lungi dall’essere incanalate”. Nella stessa direzione puntavano già questo giovedì le indagini del Commissario Generale per l’Informazione della Polizia di Stato: dietro la campagna di lettere esplosive di questi giorni ci sono “elementi isolati” filo-russi residenti in Spagna e con una “pochissima struttura operativa”. . Collettivi – o forse anche una sola persona – “poco preparati”, come dimostra il fatto che i sei reperti finora rinvenuti, compreso quello inviato al presidente Sánchez, erano poco più che “petardi” di “carica pirotecnica” o “incendiario”, come descritto dagli esperti del Tedax che sono intervenuti per neutralizzare l’ondata di manufatti di cui si è avuto evidenza negli ultimi due giorni. In linea di principio, queste sei spedizioni non avrebbero nulla a che vedere con le buste insanguinate con gli occhi di animali schiacciati che hanno ricevuto nei giorni scorsi diverse ambasciate ucraine in Europa.