I bitcoin sono la moneta virtuale più antica e più famosa al mondo. Proprio per la loro natura virtuale, essi non esistono fisicamente, come le banconote degli euro o dei dollari. Questo non vuol dire, però, che non richiedano un processo di creazione: un processo che, come si può facilmente intuire, deve essere virtuale. Le operazioni di mining sono quelle che permettono di realizzare i bitcoin. Dal punto di vista tecnico esse prevedono di ricorrere alla tecnica del brute force per attaccare dei dati protetti attraverso una crittografia che si fonda su un algoritmo ben preciso. In pratica tutto deve essere eseguito al computer, ma ciò non vuol dire che i normali computer che usiamo a casa siano sufficienti, anzi: la loro potenza di calcolo non basta, ed è per questo che c’è bisogno di appositi dispositivi.
Come si minano i bitcoin
Per provvedere al mining di bitcoin occorre fare in modo che la GPU o la CPU del computer attacchino i dati protetti. Tuttavia questa attività con il trascorrere del tempo si rivela sempre più difficile, e di conseguenza ha bisogno di una potenza di calcolo sempre più elevata. Un altro svantaggio che non può essere sottovalutato ha a che fare con il consistente dispendio energetico con cui occorre fare i conti. Ecco perché invece che usare un computer normale, che per altro venendo sottoposto a sforzi tanto intensi rischierebbe di fondersi nel giro di breve tempo, è auspicabile trovare delle alternative, rappresentate dai cosiddetti ASIC Bitcoin: si tratta di computer che sono stati progettati e costruiti appositamente per consentire la produzione di bitcoin. Uno dei loro pregi riguarda il consumo di energia, che è nettamente inferiore rispetto a quello richiesto dai computer normali.
Gli ASIC Bitcoin si trovano in vendita su Internet in diversi e-commerce specializzati ma sono reperibili senza problemi anche su Amazon. Prima di decidere di acquistarne uno, tuttavia, è consigliabile informarsi con attenzione e mettersi in cerca su Google delle recensioni dei vari modelli, visto che in molti casi si ha a che fare con standard di qualità molto bassi dal punto di vista della tecnica costruttiva che determinano una rapida compromissione delle prestazioni offerte.
Al posto degli ASIC Bitcoin si potrebbe valutare l’ipotesi di sfruttare gli ASIC in formato USB. Come è ovvio, in questo caso non si parla di computer ma di device la cui conformazione e le cui caratteristiche sono paragonabili a quelle di una pen drive. Il costo è decisamente più contenuto, visto che si parla di una spesa di poche decine di euro, e il procedimento da seguire per un corretto utilizzo è molto semplice: per iniziare a minare i bitcoin non bisogna fare altro che collegare il dispositivo al computer. I consumi di energia sono bassi, e questo è un ulteriore vantaggio da considerare.
Che cosa significa fare mining
Per chi si domanda come creare bitcoin, le difficoltà che sono in apparenza correlate al mining potrebbero sembrare respingenti. In realtà tutto è molto più facile di quel che si immagini, anche perché si ha bisogno unicamente di un computer e di un client attraverso il quale si possa entrare a far parte della rete che permette di minare la moneta. Il client non fa altro che scaricare da Internet dei pacchetti dati in cui sono ospitati calcoli crittografici decisamente elaborati: dopo che questi calcoli sono stati risolti, si ottiene una ricompensa sotto forma di bitcoin. Ecco perché occorrono dei computer non comuni per la risoluzione dei calcoli: la scheda grafica e il processore devono essere caratterizzati da un livello di potenza molto elevato. Anche per questa ragione il mining si rivela un’attività non molto redditizia nel caso in cui venga effettuata con un computer solo.
Le specifiche tecniche del mining
Il mining di bitcoin può essere definito come il processo di autenticazione e di validazione di tutte le transazioni effettuate con questa moneta virtuale: in un certo senso si può paragonare il lavoro di un miner a quello di un cassiere in banca. Nel momento in cui una transazione viene generata, è necessario aggiungerla all’ultima blockchain in cui avviene la registrazione di tutti gli scambi di valuta digitale. I blocchi della catena sono, appunto, i file in cui vengono registrate le transazioni, e che in seguito sono inviati ai miner. La blockchain è una specie di libro contabile in versione virtuale, e i blocchi che la costituiscono sono le pagine del libro contabile. O, se si vuole ricorrere a un’altra similitudine, si può intendere la catena di blocchi come un registro delle transazioni azionarie. Caratteristica peculiare della blockchain è l’organizzazione in sequenza lineare dei blocchi nel tempo. I minatori processano di continuo le nuove transazioni in blocchi nuovi, i quali a mano a mano vanno ad aggiungersi al termine della catena. Dopo che la rete ha accettato i blocchi, questi non possono più essere rimossi né modificati.
Che cosa fare per diventare miners
Oltre a dover disporre di un hardware specializzato, coloro che vogliono capire come creare bitcoin devono conoscere il concetto di nonces: si tratta delle chiavi dati che vengono utilizzate dai miners allo scopo di crittografare in un hash il blocco dei dati della transazione. Gli hash sono le sequenze di identificazione in cui sono compresi i dati del blocco. Nel momento in cui al blocco viene aggiunto un hash, esso può essere autenticato, e a quel punto si può procedere con l’integrazione nella blockchain. Dopodiché, ogni volta che un blocco viene completato i miners ottengono la ricompensa, e quindi sono pagati. A seconda della quantità di persone che eseguono transazioni bitcoin nelle varie parti del mondo il tasso di lavoro può crescere o ridursi. Dalla primavera del 2020 per ogni hash che viene implementato in maniera corretta il tasso di retribuzione è pari a 6.25 bitcoin, mentre prima era di 12.5 bitcoin: questo perché il valore viene dimezzato una volta ogni 4 anni, secondo la procedura definita halving. Così, tra 4 anni la retribuzione per ogni hash sarà di 3.125 bitcoin.
Come creare bitcoin in maniera veloce
Per riuscire a generare bitcoin in tempi più rapidi, e quindi risolvere i quesiti più in fretta, oggi i miner più esigenti si rivolgono a botnet e server all’avanguardia. Vale la pena di tener presente, ad ogni modo, che una decisione di questo tipo ha pro e contro: da un lato si possono accumulare quantità più elevate di moneta digitale; dall’altro lato, però, si ha a che fare con spese più elevate, nel senso che una macchina da mining bitcoin per essere creata comporta un esborso minimo di 2mila euro, a cui devono essere aggiunti i costi di gestione che sono inevitabilmente più alti di quelli di un normale computer.
Il mining pool
Nel caso in cui non si voglia utilizzare il computer di casa ma al tempo stesso non si sia interessati a dare vita a una impegnativa server farm, c’è comunque un’altra strada che si può percorrere per la generazione di moneta virtuale. Basta affidarsi alla Rete, come è nello spirito originale del bitcoin: in particolare nel corso degli ultimi tempi sono sorti i cosiddetti mining pool, delle strutture in cui tutti i partecipanti condividono le risorse informatiche che hanno a disposizione e in seguito distribuiscono tra di loro i guadagni che hanno ottenuto in funzione del contributo apportato. Chiaramente, maggiore è la potenza di calcolo che si può offrire (e che comporta un impegno economico considerevole) e più sono i guadagni.
Il mining è ancora conveniente?
Una volta compreso come creare bitcoin, arriva il momento di stabilire se valga ancora la pena di farlo. In un mercato caratterizzato da una straordinaria volatilità come quella che contraddistingue le monete virtuali, la risposta è: dipende. Dipende, in sostanza, dalla quotazione del bitcoin: è chiaro che ha più senso fare mining se un bitcoin vale 20mila dollari e non se ne vale 100. I motivi sono facili da intuire: appurato che non ci si può basare su un computer qualsiasi, c’è bisogno di comprare un pc che vanti non meno di due schede grafiche di fascia premium, per una spesa che si aggira tra i 5mila e i 6mila euro. Ma non è tutto, perché nel calcolo dei pro e dei contro bisogna contare anche il fatto che questo dispositivo avrà un ciclo di vita non superiore a qualche mese. Insomma, uno stesso investimento per l’acquisto di un pc per minare poteva avere senso nel momento in cui la quotazione del bitcoin era a 17mila dollari, mentre quando il valore è crollato a 2mila euro in tanti hanno finito per rimetterci. Secondo una ricerca compiuta dalla banca JP Morgan, il mining di bitcoin permette di guadagnare ogni giorno pochi centesimi di dollari: il che vuol dire che generare moneta virtuale nella maggior parte dei casi non solo non permette di diventare ricchi, ma neppure di sopravvivere.
I pro e i contro della procedura di mining
Chi vuol sapere come creare bitcoin, quindi, prima di tutto dovrebbe domandarsi se sia davvero vantaggioso farlo. Il bitcoin mining è una pratica che presuppone un lavoro costante e impegnativo che va ad aggiungersi al notevole investimento iniziale richiesto per l’acquisto dei dispositivi hardware, i quali per di più devono essere aggiornati in modo costante in funzioni delle condizioni del mercato.
Che cosa serve per generare bitcoin
È chiaro come creare bitcoin non sia un gioco da ragazzi. Il mining rig è il fulcro di tutta l’attività e corrisponde al computer a cui viene affidato l’impegno di eseguire il mining. Al di là degli investimenti economici iniziali da affrontare, che possono essere più o meno onerosi, per iniziare a generare bitcoin è necessario padroneggiare senza problemi la lingua inglese, per poter comunicare con il resto del mondo, e avere una certa preparazione a livello tecnologico, in modo particolare per ciò che concerne la crittografia e il mondo hardware. Occorre, insomma, un background informatico di livello abbastanza elevato. Addirittura chi è in possesso di notevoli competenze tecniche può pensare di crearsi un mining rig da solo.
I wallet di bitcoin
Infine, dopo che si è scoperto come fare mining, e quindi come ottenere in cambio una ricompensa in bitcoin, arriva il momento di stabilire come e dove le monete digitali dovranno essere conservate. La loro custodia può essere affidata ai wallet, che sono dei veri e propri portafogli di criptovalute digitali che permettono non solo di archiviare le valute virtuali, ma anche di ricevere i pagamenti e di effettuarli. In sostanza non è possibile ricevere dei bitcoin se non si sa dove metterli, anche se questo sembra paradossale visto che si sta parlando di realtà intangibili e invisibili.
Bitcoin Core e la funzione di cifratura
I bitcoin che sono stati minati devono, dunque, essere raccolti in un portamonete digitale: su Internet ce ne sono di vari tipi, molti dei quali famosi e altamente affidabili. Un esempio tra i tanti che vale la pena di menzionare è quello offerto da Bitcoin Core, un software multi-piattaforma che conduce gli utenti, attraverso una procedura guidata, alla creazione del proprio portafogli. La funzione di cifratura deve essere abilitata il prima possibile in modo da aumentare gli standard di sicurezza: per la passphrase viene raccomandato di usare non meno di 10 caratteri casuali o non meno di 8 parole. Anche se virtuali, infatti, i bitcoin possono essere rubati e finire nel mirino di criminali informatici e hacker: per questo è di fondamentale importanza proteggerli in maniera adeguata. Dopo tutta la fatica che è stata compiuta per crearli, questo è il minimo, no?
Vuoi iniziare a fare trading online con successo? Affidati al broker EMD Capital. Se invece puoi provare il trading automatico di bitcoin, ti suggeriamo di leggere le nostre recensioni di Bitcoin Revolution e Bitcoin Future.
- Alejandro Valverde, investito da un’auto fuggita - July 2, 2022
- Varry Brava presenta la sua nuova canzone con Soleá Morente: ‘Under the perfect light’ - July 1, 2022
- Il pattern rialzista del pennant nel trading - July 1, 2022