Il TSJ ratifica che il Consiglio comunale non deve restituire 8,1 milioni per uno degli accordi nella zona nord

Le terre dei cosiddetti accordi nella zona settentrionale finora fallite si trovano nelle vicinanze di Nueva Condomina. / Nacho Garcia / AGM

La sentenza respinge la legittimità della società ricorrente di chiedere la restituzione di una garanzia e rifiuta l’arricchimento iniquo perché “sembra ancora possibile l’approvazione di un nuovo Piano Parziale”

Pietro NavarroIl Comune di Murcia non dovrà restituire gli 8,1 milioni di euro derivanti dall’esecuzione della garanzia di uno dei cosiddetti accordi urbanistici del nord, ancora in attesa di sviluppo. Lo determina una sentenza della Camera Contenziosa della Corte Superiore di Giustizia della Regione -appellabile in Cassazione avanti la Suprema Corte- che respinge il ricorso di una delle società promotrici, Visionaria SL, avverso una sentenza del Tribunale del Controverso numero 6 di Murcia. Quest’ultima sentenza già stimava le argomentazioni del Concistoro, concordando con esso nel maggio dello scorso anno. Nella sua motivazione, la sentenza non solo rigetta la legittimità di tale società ad esercitare l’azione, per la natura giuridica della garanzia prestata dall’ex Caja de Ahorros del Mediterraneo, ma respinge anche che l’annullamento a sua volta del rispettivo Piano Parziale a causa di una sentenza del tribunale del 2015 è motivo sufficiente per comprendere che l’accordo urbanistico firmato tra il Comune e un gruppo di società che comprende sia l’ente ricorrente che le società Urbamur 2003 e Obralia del Sureste SL è stato violato. La delibera, infatti, nelle sue basi giuridiche, indica, da un lato, che il Piano Parziale è stato annullato per l’omissione di una necessaria relazione favorevole del CHS sulla disponibilità delle risorse idriche “che è imputabile sia alla società e il Consiglio Comunale” a seconda della stanza. Nella sentenza, invece, si afferma che “il ricorrente era obbligato a pagare in virtù dell’accordo ed era tuttora in vigore. Non ne ha sollecitato l’annullamento, né la sua delibera, chiedendo solo il rimborso del corrispondente importo” che doveva essere consegnato dopo l’approvazione definitiva del Piano Parziale successivamente annullato. Parimenti, la Camera ricorda che Visionaria SL ha difeso, “in qualità di promotrice”, la legittimità del Piano annullato durante il procedimento contenzioso-amministrativo che ne ha determinato l’annullamento “e non ha avanzato alcuna contestazione sulla relazione CHS”. Infine, si conclude che “è ancora possibile sanare il vizio rilevato e quindi completare il predetto iter, corrispondendo al promotore, in quanto promotore del patto, a compiere gli atti che lo riguardano nel suo stato”. Si respinge, quindi, che vi sia stato un ingiusto arricchimento attraverso l’inserimento di questi 8,1 milioni a titolo di incremento dell’abitabilità, poiché «sembra possibile l’approvazione di un nuovo Piano Parziale». Ci sarà espansione

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