Nel suo intervento ha fatto riferimento ai maggiori poteri della CNMC come organismo di vigilanza, che ora includerà gli influencer
COLPISA Martedì 11 ottobre 2022, 19:02 Cani Fernández, presidente della Commissione nazionale per i mercati e la concorrenza (CNMC), ha chiesto oggi di garantire “uno sviluppo sicuro e competitivo del settore audiovisivo, in cui gli agenti che competono per pubblici simili sono soggetti a obblighi simili. Queste le dichiarazioni del presidente dell’organismo di vigilanza durante il discorso conclusivo all’Union of Open Commercial Televisions (UTECA) su “Il valore dei contenuti e la pubblicità responsabile. Giornalismo e Imprese». Nel suo intervento ha fatto riferimento ai poteri accresciuti della CNMC come organo di controllo, istituito nella nuova legge generale sull’audiovisivo, un controllo che d’ora in poi riguarderà gli influencer. “Sarà nostro ruolo di regolatori del settore audiovisivo stabilire il quadro di riferimento necessario per la sua corretta applicazione, al fine di fornire risposte alle diverse problematiche e migliorare la tutela non solo dei minori, ma di tutti i cittadini”. Il presidente della CNMC ha fatto riferimento ai progetti legislativi in corso in Europa, che approfondiranno la massima che “ciò che è proibito e illegale offline deve essere proibito e illegale online”. “Le grandi piattaforme devono contribuire al finanziamento (del lavoro europeo) come il resto degli operatori in Spagna”, ha anche sottolineato in linea con le ultime novità legislative, volte a garantire pari condizioni quando si opera nel settore audiovisivo. Da parte sua, il presidente di UTECA, Eduardo Olano, ha evidenziato in apertura del convegno che “il buon giornalismo, l’intrattenimento di qualità e la diffusione della pubblicità in ambienti sicuri e affidabili sono oggi più che mai necessari come contrappeso e come garanzia di rigore e responsabilità. Al riguardo, Olano ha sottolineato il “controllo editoriale” dei contenuti come uno dei tratti distintivi di qualità e identità degli “operatori responsabili” in assenza di controllo interno delle piattaforme di video sharing, ritenendolo “la migliore garanzia per gli inserzionisti e il pubblico.