Carlos Alcaraz colpisce un pallone durante la finale di Amburgo ATP 500 contro Musetti. / Reuters (Cathrin Mueller) Tennis
Dal primo titolo del Murcian a Umago, dove questo mercoledì inizia un’altra edizione del torneo croato, alla ‘top 5’ mondiale
Era facile vedere un anno fa che Carlos Alcaraz stava per fare un salto importante. In queste date vince il suo primo titolo e dà il primo colpo di una progressione che poco a poco stava curando, con alternanze tra il circuito Challenger e l’ATP e con un terzo round al Roland Garros che ha catturato l’attenzione del tutto il mondo del tennis. . Ma a fine luglio, a Umago (Croazia), in uno di quei pochi tornei sulla terra battuta disputati dopo Wimbledon, Alcaraz ha fatto il passo finale. Ha vinto il suo primo titolo ATP in finale contro Richard Gasquet (6-2, 6-2), all’età di 18 anni, 2 mesi e 14 giorni. Prima di Pete Sampras, Andy Murray, Novak Djokovic (19 anni) e Roger Federer (20 anni. Ha quasi raggiunto Rafael Nadal, che ha vinto il suo primo titolo a Sopot (Polonia) all’età di 18 anni, due mesi e otto giorni L’iscrizione data dall’ATP per aver vinto quel primo titolo nel 2004 recita Rafael Nadel, non Rafael Nadal, un errore che non si sarebbe ripetuto nei 91 titoli successivi.
Un aumento costante
A quel titolo di Umago, che lo colloca tra i 49 spagnoli ad aver vinto almeno un trofeo, sono seguiti i quarti di finale degli US Open, la sua grande presentazione al pubblico. Nel miglior scenario possibile, con il pubblico di New York sugli spalti, Alcaraz ha cominciato a sprigionare l’aroma di un campione che lo ha accompagnato su tutte le piste del mondo e che lo ha reso il preferito dei tifosi. La prima vittoria contro una ‘top 5’, contro Stefanos Tsitsipas agli US Open, le prime semifinali in un ATP 500 a Vienna, la vittoria nelle Next Gen Finals e tra le migliori 50 al mondo prima della fine dell’anno. Tutto per un tennista che meno di due anni prima era fuori dai primi 500 del circuito. Il 2022 è stato il trampolino di lancio inaspettato. Un salto di tanti chilometri per un ragazzo che non avrebbe compiuto 19 anni fino a maggio. Il primo impulso è arrivato a Rio de Janeiro, con cinque vittorie che gli hanno regalato il suo primo ATP 500, il primo a ottenerlo da Nadal, che intascò il primo ad Acapulco 2005. E fu seguito dal Masters 1.000 a Miami, dove era Alcaraz incoronato come il sesto nella storia a vincere un torneo di questa categoria, a soli dieci giorni dall’inseguimento di Nadal e del suo Montecarlo 2005. Il primo anno di Alcaraz nell’elite è stato segnato dalla precocità, come i titoli di Barcellona e Madrid, ma anche dalla cautela , come dimostrato dalla sconfitta al Roland Garros contro uno dei suoi rivali per gli anni successivi, Alexander Zverev, ea Wimbledon contro Jannik Sinner. Anche la faccenda di Amburgo è anche un campanello d’allarme, perché è caduto su un tennista della stessa età come Lorenzo Musetti, che ha 20 anni, e che ha rotto il suo idillio con la finale. Fino a domenica scorsa, Alcaraz aveva vinto le cinque finali ATP che aveva giocato, oltre ad aggiungere lì le finali Next Gen. La finale in terra tedesca, sì, significa che entra nella top five della classifica per la prima volta nella sua carriera, a 19 anni, due mesi e 20 giorni, l’ottavo prima nella storia. È superato solo da Sampras, Nadal, Mats Wilander, Bjorn Borg, Andre Agassi, Boris Becker e Michael Chang. Dietro Djokovic (19 anni, 11 mesi e 8 giorni) e Federer (21 anni, 5 mesi e 19 giorni).
preferito
Con una finale o un titolo a Umago, Alcaraz salirà al quarto posto, quindi potrebbe essere il sesto più giovane a farlo. Il grande obiettivo è quello di essere il più giovane numero uno della storia, un traguardo a portata di mano, visto che ha un anno e mezzo davanti a sé per superare Lleyton Hewitt, che lo ha raggiunto a 20 anni, 8 mesi e 23 giorni. Certo, in questo momento è staccato di quasi 3.000 punti dalla vetta segnata dal russo Daniil Medvedev. Un anno fa è entrato a Umago come numero 73 del mondo e ora lo fa come il principale favorito per sollevare il titolo. È la testa di serie e debutterà questo mercoledì contro il vincitore del duello tra Jiri Vesely e Federico Delbonis. All’orizzonte della finale appare un possibile duello contro Sinner, il suo boia a Wimbledon. Umago non offre più le attrazioni di un anno fa, ma mantiene un punto sentimentale nella carriera di Alcaraz, motivo per cui è volato direttamente da Amburgo per non perdere l’appuntamento in Croazia.