Come saranno i prossimi anni nel settore delle criptovalute? Se c’è un campo economico pieno di incognite in cui è impossibile avere certezze, questo è senza dubbio quello delle monete digitali. Gli esperti di temi finanziari, però, non lesinano previsioni e ipotesi su quello che potrebbe accadere: giudizi che devono sempre essere presi con le pinze ma che comunque forniscono delle indicazioni utili da prendere in considerazione. Per esempio, in tanti si interrogano su quanti potranno essere gli utenti delle valute digitali tra 10 anni. Per il momento siamo attorno ai 50 milioni di persone, e sono già tante: è chiaro che una eventuale crescita dipenderà soprattutto dai mercati emergenti. Un ruolo decisivo, poi, potrebbe essere svolto da criptovalute nuove, che magari adesso neppure esistono. E se nel giro di un decennio ci si ritrovasse con un miliardo di utenti delle monete digitali?
Come cambieranno gli scenari
Per le criptovalute previsioni ottimistiche e prospettive rosee vanno a braccetto, anche perché quasi tutte le startup tecnologiche che sorgeranno nei prossimi anni saranno caratterizzate da una componente crittografica, più o meno nello stesso modo in cui oggi quasi tutte le startup del settore si basano su Internet e stanno iniziando a sfruttare l’apprendimento automatico. Per altro, il ricorso alla crittografia potrebbe non essere una prerogativa esclusiva delle aziende private, ma riguardare anche i governi e, più in generale, le istituzioni pubbliche. Ecco perché è facile intuire che ci potrà essere uno sviluppo di tutto il settore, per una crescita che toccherà gli ambiti più diversi: per esempio le blockchain. Che cosa comporterà questo passaggio? Con tutta probabilità lo sviluppo di applicazioni nuove, che per il momento non è neppure possibile immaginare. D’altro canto quando dai modem 56K si è passati alla banda larga il mondo di Internet è stato rivoluzionato, con la nascita di applicazioni che non erano neppure ipotizzabili in precedenza, da Youtube alla tv in streaming, passando per Uber, e così via.
Le valute digitali del futuro
È dal 2009 che si parla di criptovalute: quello, infatti, è stato l’anno nel quale Satoshi Nakamoto – chiunque egli sia – ha inventato il bitcoin, cioè la moneta digitale più antica del mondo oltre che quella che oggi vanta la più elevata capitalizzazione di mercato. A distanza di poco più di 10 anni, sono più di 3mila le valute virtuali diffuse in tutto il mondo, e non ci sono indizi che facciano pensare che questo numero non sia destinato a crescere. Ecco perché parlando di criptovalute previsioni basate sui numeri lanciano il messaggio di nuove monete digitali in arrivo. E una delle conseguenze potrebbe essere lo sviluppo della cosiddetta cripto-filantropia, soprattutto se un bitcoin arriverà a valere decine di migliaia di dollari. In altre parole, tra pochi anni si potrà essere miliardari non solo detenendo euro o dollari, ma anche grazie alle valute virtuali.
L’evoluzione della tecnologia
A prescindere dal giudizio morale che si può avere nei confronti di uno scenario di questo tipo, un numero sempre più elevato di persone avrà accesso a quantità di capitale sempre più consistenti. Di conseguenza, ciò potrebbe incrementare non solo il numero, ma anche la qualità degli investimenti compiuti in ambito tecnologico e nel settore scientifico. L’importante è che la criptovaluta non resti solo uno strumento di speculazione e non rimanga confinato al mondo del trading. Purtroppo al momento questo rischio c’è: per paradosso, le monete (anche se digitali) che dovrebbero essere usate come strumento di pagamento vengono sempre meno impiegate a questo scopo ma sono principalmente asset per operazioni finanziarie e investimenti. Resta da capire, allora, se le criptovalute nel giro dei prossimi anni troveranno una loro utilità nel mondo reale. Se così accadrà, il decennio che è appena iniziato sarà caratterizzato da un incremento consistente dei soggetti che avranno a disposizione le monete digitali e se ne serviranno. A quel punto si potrà davvero parlare di una libertà economica diffusa in tutto il mondo? Non ci sono ancora certezze per poterlo affermare, ma la speranza è quella
Le ipotesi tecniche
Sull’argomento criptovalute previsioni tecniche e giudizi nel merito sono sempre un terno al lotto. Quel che si può affermare con certezza, e sempre nella speranza di non essere smentiti, è che le monete digitali finiranno per assomigliare al settore finanziario tradizionale da molti punti di vista, incluso quello normativo. Non è detto che questo sia un bene assoluto o un male assoluto: potrebbe essere un bene per chi è sempre stato diffidente nei confronti della struttura tipica delle criptovalute, senza il controllo di un’autorità esterna e senza tutele nel caso di problemi o inconvenienti; potrebbe essere un male per chi ha visto nelle valute digitali, sin dalle loro origini, un riscatto nei confronti delle banche oppressive e una riscossa verso la libertà. Anche gli exchange potrebbero finire per adeguarsi in misura sempre più evidente ai servizi finanziari che aderiscono a un modello tradizionale, ma al tempo stesso si potrà assistere alla comparsa di un gran numero di applicazioni di nuova fattura. Si baseranno sulle monete virtuali le comunità online e i videogiochi, ma anche molti altri mondi e tante altre economie. Questo potrebbe comportare una crescita del decentramento. E se ci sarà una crescita della criptoeconomia decentralizzata, un numero sempre più elevato di persone avrà la possibilità di guadagnarsi da vivere proprio grazie alle valute digitali.
Il ruolo delle banche
Sulle criptovalute previsioni all’insegna dell’ottimismo chiamano in causa i mercati emergenti. Qui lo sviluppo e la diffusione delle monete digitali potrebbero essere significativi, ma lo stesso vale anche per i grandi mercati delle rimesse (un esempio su tutti è il Venezuela) e per i Paesi caratterizzati da un tasso di inflazione molto elevato. Nel corso dei prossimi anni, insomma, si può immaginare che le monete virtuali saranno adottate non solo nei Paesi occidentali, ma anche nel resto del mondo, finendo per coinvolgere centinaia di milioni di persone. Mentre la Cina sta già pensando a una moneta digitale sviluppata dalla banca centrale, lo stesso potrebbe avvenire negli Stati Uniti, con il ricorso alla blockchain per la nascita di un dollaro digitalizzato. E a quel punto lo stesso Fondo Monetario Internazionale potrebbe essere coinvolto. Come dire: tutti i grandi organi che erano stati esclusi al momento della nascita delle criptovalute si rifanno sotto e provano a loro volta a metterne in circolo di nuove. Già istituzioni di modesta entità hanno fatto capolino nei settori delle monete virtuali: non si può escludere che lo stesso possa accadere anche con istituzioni più grandi ed enti finanziari di livello internazionale. Il che potrebbe portare i grandi fondi a gestire in criptovalute almeno una parte dei propri capitali.
Come distinguere le previsioni affidabili
Ogni volta che il bitcoin fa registrare dei prezzi in impennata, sulle criptovalute previsioni e roboanti promesse si scatenano. Per altro non si conoscono i limiti che potrebbe avere il rally del bitcoin, con un target collocato dagli esperti a decine di migliaia di dollari. Di sicuro anche dopo il Covid il bitcoin è un protagonista dei mercati finanziari, il re delle monete digitali ampiamente sopra i 10mila dollari di quotazione. Ogni volta che i prezzi del bitcoin crescono, gli analisti sono portati a domandarsi perché ciò avviene, ma soprattutto quali sono le previsioni che ha senso fare sia sul breve che sul medio e lungo periodo. Insomma, quali criptovalute comprare? Mentre il prezzo del bitcoin cresce, è lecito e sensato domandarsi se tale crescita conoscerà uno stop o se il trend rialzista si manterrà tale ancora a lungo.
Il rally del bitcoin: le ragioni del fenomeno
È solo definendo con precisione le ragioni che stanno alla base del rally del bitcoin che si ha l’opportunità di comprendere, o almeno di ipotizzare fondando i propri ragionamenti su solide basi, se la corsa al rialzo subirà una frenata o continuerà senza limiti. È chiaro che rispondere a queste domande è importante anche per decidere in che modo impostare una strategia di trading. Infatti, se si ha in mente di investire nelle monete digitali non è necessario comprarle direttamente, e di conseguenza non ci si deve porre la questione di dove detenerle. Oggi, ma anche domani, il CFD trading costituisce una soluzione alternativa molto valida rispetto all’acquisto fisico di bitcoin.
Interrogarsi sul prezzo del bitcoin è importante
Azzardare per le criptovalute previsioni motivate non è un mero gioco speculativo, ma una necessità che deriva dal desiderio di trarre un vantaggio dalle oscillazioni delle loro quotazioni. Pertanto ogni volta che il prezzo del bitcoin accelera in modo brusco e inatteso conviene domandarsi per quale motivo ciò avvenga. È chiaro che prendendo in esame ogni movimento nel dettaglio si può scoprire che c’è ben poco di inatteso, visto che ogni boom delle quotazioni è preceduto da un periodo più o meno lungo in cui esso viene ipotizzato. Il bitcoin cresce di prezzo per effetto dell’esplosione in positivo della finanza decentralizzata Defi, ma anche perché alla crescita della domanda di bitcoin si affianca una crescita parallela dell’offerta contenuta. Nel momento in cui il dollaro crolla, poi, gli analisti si domandano se esso possa ancora vantare la leadership mondiale. Come si può intuire, sono diverse le variabili che portano il prezzo del bitcoin a salire, e le previsioni relative alle criptovalute non possono non tenere conto di questi fattori.
La questione della privacy
Tornando ad adottare uno sguardo che abbia un orizzonte più ampio, c’è chi ritiene che negli anni che verranno si assisterà a un aumento del livello di privacy. Il decennio appena cominciato potrebbe essere dominato da blockchain che avranno funzionalità di privacy integrate. In effetti, non sono in molti a considerate utile la trasmissione di ogni pagamento eseguito in un database del tutto trasparente. L’infrastruttura sottostante delle diverse monete digitali sarà alimentata da poche blockchain, anche se i token saranno molti di più. E perché escludere la probabilità della comparsa di valute virtuali non commerciali? Se è vero che fino ad ora sono stati soprattutto il trading e la speculazione a condurre le danze e a dominare le attività in questo ambito, non è detto che nel giro di poco tempo non si possa iniziare ad adoperare le monete digitali con finalità non commerciali.
Quali sono le criptovalute su cui investire
È evidente che ponendosi domande sulle criptovalute previsioni e risposte servono soprattutto a capire su quali monete digitali convenga investire nei prossimi mesi. Oltre al classico bitcoin, in questo momento nel novero delle valute virtuali più performanti dal punto di vista della capitalizzazione ci sono il ripple e l’ethereum. Non è detto, però, che tutti gli investitori siano disposti ad aspettare molto per vedere i primi risultati: gli investimenti a lungo termine non sono per chiunque, a maggior ragione in un contesto come quello attuale caratterizzato da una certa ambiguità e dalla crisi. Ecco, quindi, che i CFD, vale a dire i contratti per differenza, rimangono la soluzione da sfruttare per ricavare un profitto dalle monete virtuali e dalla loro volatilità. Non è facile prendere dimestichezza con questi strumenti, ma per fortuna diversi broker mettono a disposizione del materiale formativo specifico, con tutorial e corsi gratuiti, ma anche lezioni. Vale la pena di approfittarne se si è decisi a fare investimenti in criptovalute. Vuoi investire in criptovalute in modo automatico? Leggi le nostre recensioni su Bitcoin Millionaire e Bitcoin Lifestyle. Se invece cerchi un broker affidabile con cui fare trading, ti consigliamo GMO trading.
L’ethereum e il ripple
L’ethereum negli ultimi anni ha quasi fatto da ombra al bitcoin, nel senso che è sempre stato un passo indietro ma non se ne è mai staccato. Il suo ecosistema blockchain è un enorme punto di vantaggio, per mezzo del quale gli sviluppatori hanno la possibilità di dare vita a dapps e smart contract, cioè contratti intelligenti: tutto lascia pensare che il successo di questa valuta digitale possa proseguire anche in futuro. Per quel che riguarda il ripple, invece, si tratta di uno strumento che ha catturato l’attenzione di molte aziende famose: basti pensare al finanziamento di MoneyGram nel 2019. Il ripple si colloca sul terzo gradino del podio nella classifica delle monete virtuali in un’ottica di capitalizzazione, ed è molto apprezzato nel campo del commercio internazionale e in quello dei sistemi di pagamento.
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