Cos’è la politica monetaria? In particolare, cos’è la politica monetaria espansiva? E che cos’è la politica monetaria restrittiva?
La politica monetaria è l’insieme di azioni di una banca centrale volte a garantire la stabilità dei prezzi ed a sostenere la crescita economica del proprio paese (o dei proprio paesi) di riferimento. Ciò viene fatto mediante strumenti monetari quali la modifica dei tassi di interesse e l’inizio e/o la gestione di un quantitative easing (QE)
Quantitative easing (QE), tassi d’interesse, banche centrali, stabilità dei prezzi, BCE, FED, hawkish, dovish.… arghhhh!!
Pausa.
Se al solo sentire queste parole ti sei messo le mani nei capelli, non disperare.
E’ normale. Personalmente penso che, nel corso degli anni, economisti e finanzieri abbiano deliberatamente creato un linguaggio economico difficilissimo da capire per i non addetti ai lavori. Forse quasi per “mantenere l’esclusiva” sul loro lavoro!
A volte trovo persino io difficile da seguire chi dispensa opinioni su questi argomenti.
Sarà che spesso gli economisti e i finanziari parlano con il carisma di una mummia. Sarà che forse usano un gergo appositamente difficile e complicato per nascondere le loro carenze di idee sugli ultimi avvenimenti riguardo i mercati globali.
Detto questo, non aver paura.
In questo articolo:
– Parleremo di banche centrali, dello loro politica monetaria espansiva e della loro politica monetaria restrittiva. Tutti i paroloni di sopra derivano infatti da questi 3 concetti madre.
– Ti permetto subito di passare alla pratica mostrandoti un esempio di attualità: come la BCE si è mossa negli ultimi anni di forte crisi globale.
Per tua comodità, ti ho diviso la lettura in 8 punti. Per dirtela tutta, ero indeciso fino all’ultimo se usare il titolo che hai letto sopra oppure se usare le “8 cose che devi sapere sulle banche centrali, sulla politica monetaria espansiva e sulla politica monetaria restrittiva”.
Poco cambia, l’importante è che ti metti comodo ed inizi a leggere. Pronto? Iniziamo!
1) Cosa sono le banche centrali?
Contenuti
Le banche centrali sono istituti pubblici di emissione il cui compito è gestire la politica monetaria del paese (o dei paesi) a cui fanno riferimento
Il termine “emissione” sta a significare che le banche centrali hanno il monopolio legale di stampare la moneta di riferimento del loro paese.
Di solito, le banche centrali fanno riferimento ad un solo paese ed alla moneta corrispondente.
Come avrai intuito, l’unica eccezione è la Banca Centrale Europea (BCE). BCE che stampa moneta ed attua la politica monetaria espansiva e restrittiva europea, con riferimento a tutti e 19 i paesi che adottano l’euro come moneta unica.
In linea generale, le banche centrali possono essere più o meno indipendenti dalla politica, dipende da caso a caso.
Per esempio Draghi, il presidente della BCE, o Powell, presidente della FED (la banca centrale americana), hanno un’indipendenza quasi assoluta sulle scelte di politica monetaria espansiva e di politica monetaria restrittiva (almeno in teoria).
La banca centrale cinese o la banca centrale delle Nuova Zelanda, invece, attuano le politiche monetarie seguendo di fatto gli “ordini” dei capi di governo.
Ok, ora ti starai chiedendo: ma che cos’è la politica monetaria espansiva? E che cos’è la politica monetaria restrittiva?
Vediamolo nei prossimi punti.
2) I 2 obiettivi della politica monetaria espansiva e restrittiva attuata dalle banche centrali
Dobbiamo distinguere gli “obiettivi” con gli “strumenti” delle banche centrali.
Gli obiettivi della politica monetaria restrittiva ed espansiva sono sostanzialmente due.
A) Garantire la stabilità dei prezzi: controllare ed agire sul tasso di inflazione
B) Favorire la crescita economica
Vediamoli nello specifico.
A) Garantire la stabilità dei prezzi: controllare ed agire sul tasso di inflazione
Senza girarci troppo intorno, la storia economica recente parla chiaro riguardo a quale sia il livello di inflazione ideale per un paese.
Il livello di inflazione “ideale” per un paese è intorno al 2% annuo.
Dunque, i governatori delle banche centrali cercano di mantenere il tasso inflazione annuo attorno a tale livello nel medio-lungo termine.
Ti faccio un esempio dei giorni nostri, condito con un pizzico d’ironia.
Celebre è ormai diventata la frase del governatore della BCE Mario Draghi, che ad ogni conferenza stampa non fa altro che ripetere che il suo target d’inflazione per l’eurozona è “close but below 2%”, ovvero “vicino ma sotto il 2%”…
…frase diventata ormai un must per i “nerd” di economia come il sottoscritto!
B) Favorire la crescita economica
La politica monetaria espansiva e la politica monetaria restrittiva hanno anche il potere e il dovere di sollecitare la crescita economica del paese di riferimento.
Ciò significa che le banche centrali hanno a disposizione strumenti monetari che possono favorire gli investimenti nel paese, far aumentare i prestiti delle banche alle imprese, far aumentare l’occupazione, ed in generale far crescere il PIL (Prodotto Interno Lordo) del paese.
Nel prossimo punti vedremo “come”.
Dunque, ora sappiamo che le banche centrali hanno due principali obiettivi. Controllare ed agire sull’inflazione e favorire la crescita economica.
Ma quali sono gli strumenti monetari che le banche centrali come la BCE possono usare per perseguire questi due obiettivi?
Vediamolo nel prossimo punto.
3) I 2 strumenti di politica monetaria espansiva e restrittiva delle banche centrali
Gli strumenti in mano ai governatori centrali per controllare ed agire sull’inflazione e per perseguire la crescita economica sono sostanzialmente due.
1) La modifica dei tassi di interesse
2) Il quantitative easing (QE)
Vediamoli nel dettaglio.
4) 1° strumento monetario: modificare i 3 tassi d’interesse
Le banche centrali possono modificare 3 tassi d’interesse:
1) Interest rate o tasso d’interesse principale
2) Deposit rate o tasso sui depositi
3) Marginal interest rate o tasso d’interesse marginale
Ti dico subito che il tasso d’interesse di cui si sente parlare quasi sempre in TV, quello più importante, nonché quello che ha i maggiori effetti sull’economia reale se modificato, è il primo che ti ho citato.
Ovvero l’interest rate o tasso d’interesse principale (anche se ha molti altri nomi, li trovi sotto).
4.1) Interest rate o tasso d’interesse principale
I seguenti termini sono dei sinonimi per indicare tale tasso:
Interest rate, tasso d’interesse principale, tasso d’interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, tasso ufficiale a sconto, tasso REFI, TUR o TUS (Tasso Ufficiale di Rendimento o Sconto), interest rate on the main refinancing operations (MRO).
L’interest rate è il tasso al quale tutte le banche del paese di riferimento possono ottenere del credito con scadenza ad una settimana dalla loro banca centrale. E’, dunque, il tasso mediante il quale la banca centrale fornice la gran parte di liquidità alle banche del suo paese
Questo tasso è molto importante perché influenza i tassi dei prestiti tra la banche. E di conseguenza influenza i tassi dei prestiti ai cittadini sui mutui, sul credito al consumo, e sul credito alle imprese.
Infatti, più è basso tale tasso “madre”, più tutti questi tassi secondari scendono. Ciò perché essi “dipendono, sono derivati” dal loro tasso madre. E tali tassi secondari hanno un’influenza diretta sull’economia reale.
Questi tassi hanno influenza sull’economia reale perché, ad esempio, se è molto basso un tasso su un prestito ad un’azienda, l’azienda stessa sarà più incline a chiedere tale prestito e quindi ad investire.
Più i tassi di prestito in un’economia sono bassi, più ciò rappresenta un incentivo agli investimenti. E dunque alla produzione, al lavoro, ai consumi, e in definitiva alla crescita economica.
Dunque, quando una banca centrale fa un “rate cut”, ovvero un taglio dell’interest rate, vuol dire che sta attuando un intervento di politica monetaria espansiva. Volto a favorire i prestiti alle imprese, gli investimenti, e la crescita.
Inoltre, un rate cut contribuisce anche a far aumentare l’inflazione.
Infatti, l’inflazione nei periodi di stagnazione economica stenta a crescere. Mentre in quelli di crescita economica cresce con vigore.
L’altra parte della medaglia è che un interest rate troppo basso e per un periodo di tempo troppo lungo può causare diversi problemi.
Infatti, tassi troppo bassi e troppo a lungo rappresentano una spinta “artificiale” verso l’alto dei mercati azionari. Banche, aziende, cittadini ed investitori, essendoci la possibilità di prendere a prestito denaro a buon mercato (quasi gratis se si vede alcuni casi limite come il Giappone o l’eurozona nel 2016), sono spinti a investire tale denaro sui mercati azionari, che potrebbero crescere senza motivi reali. Insomma, si crea un forte rischio di bolla finanziaria.
Inoltre, tassi bassi per lungo tempo fanno male a tutto il sistema finanziario di un paese. Banche ed operatori finanziari, infatti, vedono pesantemente peggiorata la loro redditività. Ed in paesi capitalistici come quelli occidentali i problemi di redditività delle banche possono, alla lunga, portare a catastrofi economiche.
Dunque, tassi d’interesse troppo bassi e per troppo tempo potrebbe avere l’effetto opposto ed in realtà essere negativi per la crescita economica.
Quando una banca centrale fa un “rate hike”, ovvero un aumento dell’interest rate, vuol dire che sta attuando un intervento di politica monetaria restrittiva. Intervento volto a far tornare la situazione economica sotto canoni di maggior normalità, con tassi di interesse non troppo bassi ma normali.
Un rate hike ha come effetto anche quello di far diminuire l’inflazione o, almeno, mantenerla stabile senza dare dunque nessuna spinta inflattiva.
Infine, tagli o aumenti dei tassi hanno effetti anche sui titoli di stato. Se c’è un rate cut, i rendimenti dei titoli di stato del paese corrispondente calano. E di conseguenza i prezzi di tali titoli aumentano.
Ciò accade perché il denaro costa meno, e quindi gli operatori sono disposti a investire di più. Non solo nell’equity, ma anche e soprattutto in obbligazioni sicure come i titoli di stato.
Per capire meglio questo concetto ricordati quello che successe all’Italia. Ricordi l’emergenza dei rendimenti dei titoli di stato altissimi a seguito della quale fu chiamato Monti? Quell’emergenza rientrò solo grazie ai vari rate cut della BCE! (e al QE, ne parliamo tra poco).
Se invece c’è un rate hike, i rendimenti dei titoli di stato salgono. Ed i prezzi di tali titoli scendono. Ma i mercati azionari in questo caso non è detto che vadano al ribasso.
Se i fondamentali dell’economia sono forti, un rate hike potrebbe essere invece un ottimo motivo per trasferire liquidità da bond governativi che sono calati di prezzo ad azioni che rendono di più (anche se sono più rischiose). Dipende dunque dalla situazione economica del paese sotto cui si verifica il rate hike.
Per farti un esempio concreto, nell’eurozona l’interest rate scelto dalla BCE è al momento (inizio 2018) allo 0%, quindi molto basso.
Vediamo ora gli altri 2 tassi d’interesse che i governatori delle banche centrali possono modificare. Ma che hanno un’importanza, come ti ho detto, molto inferiore rispetto all’interest rate che ti ho appena spiegato.
4.2) Deposit rate o tasso sui depositi
I seguenti termini sono dei sinonimi per indicare tale tasso.
Deposit rate, tasso di interesse sui depositi, interest rate on the deposit facility, rate on the deposit facility.
Il deposit rate è il tasso in base al quale tutte le banche del paese di riferimento percepiscono un interesse sui loro depositi overnight (di un solo giorno) presso la loro banca centrale
Se è negativo, vuol dire che le banche pagano di fatto una tassa per depositare la loro liquidità in eccesso presso la banca centrale.
Abbassare questo tasso rappresenta una spinta indiretta alle banche ad usare il denaro non per “parcheggiarlo” presso la banca centrale. Ma per usarlo o per comprare strumenti finanziari (azioni, etc…). O soprattutto per immetterlo nell’economia reale. E quindi aumentare i prestiti al consumo, i prestiti alle imprese per investimenti, etc…
Abbassare questo tasso è, inoltre, anche uno stimolo importante alla crescita dell’inflazione, visto che si stimola la crescita economica.
I lati negativi di tassi sui depositi troppo bassi e per troppo tempo sono gli stessi visti sopra riguardo l’avere un tasso di interesse principale troppo basso e troppo a lungo. Spinta artificiale dei mercati finanziari, rischio di bolle, e problemi di redditività delle banche e delle varie istituzioni finanziarie.
Come avrai intuito, dunque, una diminuzione del tasso sui depositi è un intervento di politica monetaria espansiva. Mentre un aumento del tasso sui depositi è un intervento di politica monetaria restrittiva.
Per farti un esempio, nell’eurozona il deposit rate scelto dalla BCE è al momento (inizio 2018) a -0.4%, quindi molto basso.
4.3) Marginal interest rate o tasso di interesse marginale
I seguenti termini sono dei sinonimi per indicare tale tasso.
Marginal interest rate, tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale, interest rate on the marginal lending facility, lending rate.
Il marginal interest rate è il tasso al quale tutte le banche del paese di riferimento possono ottenere credito dalla banca centrale con scadenza a un giorno, quindi overnight
A fronte del minore orizzonte temporale del prestito rispetto al tasso di interesse principale, le banche devono pagare di più.
Quindi tale tasso è sempre maggiore del tasso di interesse principale. Dei tre tassi di interesse visti questo è quello di gran lunga meno importante.
Le dinamiche, gli effetti, i lati positivi e negativi di abbassarlo o alzarlo, sono gli stessi di quelli riguardo il tasso di interesse principale.
Tale tasso è, infatti, la stessa cosa del tasso di interesse principale, salvo la scadenza del prestito, che qui è overnight.
Visto che i prestiti overnight ottenuti dalle banche da parte della banca centrale sono solo una piccola parte rispetto a quelli con scadenza settimanale, l’importanza di tale tasso è decisamente inferiore rispetto a quello del suo “fratello maggiore”.
Per farti un esempio, nell’eurozona il marginal interest rate scelto dalla BCE è al momento (inizio 2018) 0.25%, quindi molto basso anch’esso.
Ci sei ancora? Ho cercato di semplificarti il più possibile degli argomenti che non sono facilissimi da semplificare.
Prenditi un break!
Siamo arrivati più o meno a metà di questo articolo su che cos’è la politica monetaria espansiva e su che cos’è la politica monetaria restrittiva. Ti sta piacendo? Lo stai trovando utile per la tua formazione?
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Ora proseguiamo e scopriamo il secondo grande strumento in mano ai banchieri centrali: il quantitative easing (QE).
5) 2° strumento monetario: il quantitative easing (QE)
I seguenti termini sono dei sinonimi per indicare il quantitative easing (QE):
Asset purchase program, allentamento monetario, alleggerimento quantitativo.
Insieme al taglio o aumento dei tassi di interesse, il quantitative easing (QE) è l’altro grande strumento usato delle banche centrali per attuare la loro politica monetaria espansiva o la loro politica monetaria restrittiva.
Il quantitative easing (QE) è un meccanismo mediante il quale una banca centrale acquista mensilmente alcuni strumenti finanziari emessi da entità del proprio paese di riferimento. Nel fare ciò la banca centrale utilizza della moneta “di nuova emissione”, e quindi di fatto “inietta” nuova liquidità nel paese. Gli strumenti finanziari acquistati per tale scopo sono principalmente i titoli di stato emessi dal paese corrispondente. Tuttavia, tali strumenti possono anche essere azioni o obbligazioni di vario genere emessi da istituti sia pubblici che privati
L’applicazione di un quantitative easing (QE) incentiva la crescita economica di un paese. Innanzitutto perché i titoli di stato acquistati dalle banche centrali aumentano il loro prezzo e quindi diminuiscono il loro rendimento (perché vengono comprati in massa dalla banca centrale stessa).
Con i rendimenti dei titoli di stato così bassi (a volte arrivano anche ad essere negativi), banche ed investitori sono incentivati, in teoria, ad investire il denaro in forme alternative.
Le banche, per esempio, sono spinte così a concedere prestiti alle imprese o al consumo piuttosto di investire il denaro in titoli di stato che rendono 0 o anche meno di 0. Oppure, le banche stesse e gli investitori comprano azioni, facendo così crescere i mercati azionari.
Di conseguenza, visto che c’è una spinta a concedere prestiti ed a investire sulle azioni, i tassi d’interesse dei prestiti alle imprese ed ai cittadini scendono, ed i mercati azionari salgono.
Dunque anche il quantitative easing (QE) ha l’effetto di far diminuire i tassi d’interesse dell’economia reale
Inoltre, il QE permette allo stato di finanziare il suo debito con un costo molto minore. Infatti uno stato si finanzia tramite l’emissione dei titoli di stato.
Avendo la possibilità di indebitarsi a costo basso, uno stato potrebbe così diminuire le tasse o aumentare la spesa pubblica per favorire la crescita economica.
Approfondiremo questo punto nell’articolo sulla politica fiscale.
Il quantitative easing (QE) causa anche inflazione, perché, come visto già in precedenza, favorisce la crescita economica, e quindi la produzione, il lavoro, i consumi e alla fine anche l’inflazione.
Infine, un altro effetto del quantitative easing (QE) è l’indebolimento della valuta del paese. Proprio perché c’è più denaro in circolazione iniettato dalla banca centrale.
Dunque, quando una banca centrale applica una forma di quantitative easing (QE) essa sta attuando un forma di politica monetaria espansiva. Se invece la banca centrale conclude o riduce un quantitative easing (QE) iniziato in precedenza, sta attuando una forma di politica monetaria restrittiva. Hai capito cos’è il QE?
Un altro termine da tenere a mente quando si parla di quantitative easing (QE) è “tapering”. Fare tapering vuol dire ridurre gradualmente un quantitative easing (QE) che è in essere. Rientra dunque nelle azioni di politica monetaria restrittiva.
Anche in questo caso, ci sono però alcuni effetti negativi nell’avere un quantitative easing (QE) troppo elevato o che dura troppo a lungo
Innanzitutto, la creazione di un mercato finanziario “drogato”. Infatti, rendimenti sui titoli di stato vicino a 0 o negativi portano gli investitori ad emigrare verso strumenti finanziari che rendono di più, ma che sono più rischiosi, come le azioni.
Dunque, i mercati azionari potrebbero crescere non per i fondamentali delle aziende, ma in modo puramente artificioso perché non ci sono alternative sui titoli di stato! (con il conseguente rischio di bolle finanziarie).
Inoltre, molti economisti pensano appunto che arrivare a tassi di interesse negativi sui titoli di stato sia stato un azzardo, un eccesso, e che ciò ha di fatto anche frenato gli effetti positivi che un quantitative easing (QE) dovrebbe avere su crescita e inflazione.
Infatti, anche i quantitative easing (QE) mettono in difficoltà la redditività di banche ed operatori finanziari, con tutti i rischi e problemi che ciò comporta.
Infine, ti sottolineo che non esiste un solo tipo di QE. Banche centrali diverse possono attuare QE diversi. In particolare, i QE possono avere come oggetto di acquisto titoli diversi, un ammontare totale di acquisto diverso, durate diverse, e anche prevedere alcune condizioni specifiche per decidere se rendere il QE stesso effettivo oppure no.
Per farti un esempio, nel 2017 la BCE ha attuato nell’eurozona un QE che prevedeva l’acquisto di vari titoli da parte della BCE per un valore totale di 80 miliardi di euro al mese, poi scesi a 60 miliardi al mese. Tale misura è stata ulteriormente diminuita a 30 miliardi al mese a partire da gennaio 2018. Il QE della BCE si concluderà probabilmente a fine 2018.
6) Sintetizziamo: cos’è la politica monetaria espansiva e cos’è la politica monetaria restrittiva delle banche centrali?
Rileggi ora la definizione che ti ho scritto all’inizio di questo articolo:
La politica monetaria è l’insieme di azioni di una banca centrale volte a garantire la stabilità dei prezzi ed a sostenere la crescita economica del proprio paese (o dei proprio paesi) di riferimento. Ciò viene fatto mediante strumenti monetari quali la modifica dei tassi di interesse e l’inizio e/o la gestione di un quantitative easing (QE)
Questa definizione ti sembra ora molto più chiara? Inoltre:
Una diminuzione dei tassi d’interesse e/o l’attuazione o aumento di un QE sono definite come mosse di politica monetaria espansiva. Mentre un aumento dei tassi d’interesse e/o la diminuzione (detto tapering) o conclusione di un QE sono definite come mosse di politica monetaria restrittiva
Cosa manca?
Un paio di cosine: il significato del gergo “hawkish” e “dovish”. E poi l’effetto della politica monetaria espansiva e restrittiva sui tassi di cambio e sui mercati azionari. Quest’ultimo è un argomento essenziale per il trading multi-day.
7) Hawkish VS Dovish
Ti dico subito che i gerghi hawkish e dovish si riferiscono a un decisore di politica monetaria.
Dunque, in primo luogo tali termini si riferiscono ai governatori delle banche centrali. Essi sono infatti i più importanti decisori riguardo la politica monetaria espansiva e restrittiva del loro paese.
Detto ciò, nota che i governatori non decidono mai del tutto da soli. Ci sono i cosiddetti “membri secondari” delle banche centrali, che si confrontano con il governatore e possono anche avere un discreto peso nelle scelte monetarie che poi il governatore stesso andrà a compiere. Anche a tali membri, dunque, può essere connessa la terminologia di essere hawkish o dovish.
Ma cosa significano tali termini?
Hawkish si riferisce ad un decisore che ha intenzione di attuare, oggi o in futuro, misure di politica monetaria restrittiva. Dunque si riferisce a decisori che vogliono alzare i tassi e/o diminuire o concludere un QE
Dovish si riferisce ad un decisore che ha intenzione di attuare, oggi o in futuro, misure di politica monetaria espansiva. Dunque si riferisce a decisori che vogliono abbassare i tassi e/o iniziare o aumentare un QE
8) Gli effetti esplosivi della politica monetaria sul forex e sugli indici azionari
Seguimi bene ora, perché questo passaggio è molto importante per guadagnare con il trading multi-day.
La politica di una banca centrale ha effetti esplosivi sulla valuta e sui mercati azionari a cui fa riferimento.
In particolare:
Interventi di politica monetaria espansiva fanno indebolire la valuta di riferimento. La valuta si deprezza, diminuisce di valore. Inoltre, essi spingono (in teoria) al rialzo il mercato azionario del paese di riferimento
Interventi di politica monetaria restrittiva fanno rafforzare la valuta di riferimento. La valuta si apprezza, aumenta di valore. Inoltre, essi spingono (in teoria) al ribasso il mercato azionario del paese di riferimento
Se l’effetto sulle valute è chiaro e netto, quello sui mercati azionari è invece da valutare a seconda del singolo caso. Ecco perché ho scritto tra parentesi “in teoria”.
Infatti, l’andamento di un indice di mercato non dipende solo dalla politica monetaria espansiva e restrittiva. Ma anche dalla politica fiscale e dall’andamento di vari indicatori economici connessi all’economia stessa. Capirai meglio le dinamiche che influenzano l’economia di un paese leggendo tutti gli altri articoli di questa categoria del sito: analisi fondamentale.
Tornando a noi, ricordati sempre che il comportamento presente e futuro delle banche centrali è uno degli elementi che devi valutare meglio per impostare una giusta strategia di trading.
Se non lo sai ancora, trovi nella pagina previsioni Euro Dollaro le mie analisi fondamentali riguardo le più comuni valute su cui fare trading online.
Ti offro le mie analisi gratis, spiegate con un linguaggio semplice e aggiornate ogni settimana. E’ una grande mano per te, ti consiglio di dare un’occhiata.
Un’altra considerazione importante che devi sapere è che spesso, nelle varie conferenze stampa o uscite pubbliche dei governatori centrali, essi possono “anticipare” le future mosse monetarie che andranno ad attuare.
Oltre, chiaramente, a spiegare i motivi per cui adottano certe mosse monetarie.
Ecco, ricorda che il mercato reagisce subito. Ovvero, il mercato “sconta” subito le notizie nuove di cui viene a conoscenza. Senza aspettare l’eventuale applicazione effettiva di una misura monetaria nuova.
Se Draghi, per esempio, annuncia che nel prossimo mese la BCE aumenterà il quantitative easing (QE), l’euro si deprezza subito. Non aspetta mica il prossimo mese per iniziare il suo movimento al ribasso!
Insomma, i mercati si muovono molto sulle notizie, sui rumors e sulle aspettative di mosse monetarie, più che sull’attuazione vera e propria di politiche monetarie. Tiene sempre a mente questo quando operi.
Video di sintesi e di attualità su che cos’è la politica monetaria espansiva e su che cos’è politica monetaria restrittiva
A questo punto ti propongo di dare un’occhiata al seguente video prodotto da Euronews. Video che approfondisce alcuni dei concetti che abbiamo visto oggi.
Soprattutto, questo video ti spiega le mosse monetarie della BCE tra il 2007 e il 2013. Poi integrerò io quello che ha fatto la BCE dopo il 2013. Tutto questo rappresenta un esempio di come una banca centrale abbia risposto a determinati input economici (critici in questo caso).
Questo video di Euronews è un po’ lungo, dura ben 12 minuti. Ho ritagliato per te i 2 minuti che ritengo più interessanti, più pratici e più utili alla tua formazione. Nulla ti vieta però di sparartelo tutto se vuoi, male non ti fa!
Ora vediamoci questo spezzone di video di 2 minuti e commentiamo insieme le parti più importanti.
I punti più importanti di questo spezzone di video sono:
– Come dice il professor Portes, la politica delle banche centrali riguarda tutti noi. Per vari motivi, ma per 2 motivi principalmente: influenza tantissimo l’inflazione e influenza i tassi di interesse su cui riceviamo i prestiti. Mutui in primis.
– Nel 2008 la BCE iniziò un programma di politica monetaria espansiva. Ciò a seguito della terribile crisi globale partita dagli USA. Il video non dice però i dettagli. Per darti un’idea, la BCE da ottobre 2008 a Maggio 2009 tagliò i tassi parecchie volte, portandoli dal 4,25% all’1%.
E’ poi vero che la BCE alzò i tassi da aprile 2011 a luglio 2011. Passando dall’1% all’1.5%. Fu un disastro, visto che tantissimi paesi dell’eurozona come l’Italia erano ben lontani dall’uscire dalla crisi. Così da novembre 2011 fino ai giorni nostri i tassi sono gradualmente scesi sempre più, fino ad arrivare all’attuale livello di 0%.
– Oltre alla modifica dei tassi, la BCE ha attuato negli anni diverse e varie misure di QE. Il servizio non è molto chiaro a riguardo. Ma in realtà non lo è perché non è facilissimo spiegare le varie misure quantitative attuate dalla BCE negli ultimi anni! Ora ci provo.
Prima di passare a un QE vero e proprio, la BCE tra il 2011 e il 2012 ha attuato delle misure monetarie dette “non standard o di emergenza”. Queste misure non standard si chiamarono Long Term Refinancing Operation (LTRO) e Outright Monetary Transactions (OMT). E’ difficile sintetizzare in 2 righe cosa prevedevano tali misure monetarie.
Ti dico solo che queste misure furono come dei “QE non consueti, modificati”, ovvero attuati con modalità del tutto nuove e mai viste prima. Ti rimando ai link per maggiori informazioni su di esse.
Ma la vera svolta quantitativa ci fu solo nel 2015 quando Draghi, visto lo scarso successo di LTRO e OMT, decise di mettere in campo il suo famoso “Bazooka”: questa volta si che si attuò un vero e proprio quantitative easing. Che è proseguito fino al 2017, per poi calare gradualmente.
– Fammi aggiungere una mia personale opinione. Molti hanno criticato le mosse della BCE per combattere la crisi dell’eurozona. Alcuni dicono che si sia mossa male. Altri che si sia mossa in ritardo. Ti faccio solo notare 2 cose però:
1) Una politica da attuare in modo comune per 19 economie diverse e in un periodo di fortissima crisi globale fu un qualcosa di totalmente nuovo. Non era facile capire cosa avrebbe funzionato e cosa no. E’ normale dunque che le mosse monetarie siano state più difficili da compiere e che gli effetti di tali mosse siano stati più imprevedibili.
2) Sono 10 anni che qualsiasi mossa espansiva della BCE è sempre contrastata duramente dai tedeschi. Se la critica è quella di essersi mossi in ritardo o con poco vigore (almeno inizialmente), dunque, le colpe vanno senza dubbio date a Merkel, Weidmann e compagnia. I tedeschi hanno sempre fatto di tutto per contrastare l’LTRO prima, l’OMT dopo, ed infine il QE vero e proprio. E naturalmente si sono anche opposti più volte ai vari tagli dei tassi.
Conclusione + una lista a sorpresa per te
Come pensi sia andata? Hai capito tutto? Sono sicuro che sei un po’ stanco!
I concetti che hai appreso in questo articolo non sono banalissimi. Ma non sono nemmeno così difficili o impossibili da capire come potevi immaginare prima di questo articolo (spero).
In questo articolo:
– Ti ho spiegato tutto quello che devi sapere su che cos’è la politica monetaria espansiva e su che cos’è la politica monetaria restrittiva.
– Hai consultato un esempio reale e attuale dell’atteggiamento che una banca centrale (la BCE) ha avuto negli ultimi anni.
Ti lascio con una sorpresina: una lista completa delle banche centrali e dei governatori centrali più importanti al mondo.
Questa lista ti serve non solo per avere successo nel trading. Ma anche per tua cultura personale. E per farti il figo con i tuoi amici/amiche alle prossime cene!
Questa lista include le 8 più importanti banche centrali al mondo ed i loro attuali governatori (aggiornata a inizio 2018).
Ma prima…
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1) Se non lo hai già fatto, potresti mettermi un bel like su Facebook? A te non costa niente, mentre per me vale veramente tantissimo. Clicca sul bottone qui sotto!
Grazie mille!
Ecco a te la lista delle banche centrali con i connessi governatori
Eurozona
Banca Centrale Europea (BCE) o European Central Bank (ECB)
Governatore: Mario Draghi
USA
Federal Reserve (Fed)
Governatore: Jerome Powell
UK
Bank of England (BoE)
Governatore: Mark Carney
Giappone
Bank of Japan (BoJ)
Governatore: Haruhiko Kuroda
Canada
Bank of Canada (BoC)
Governatore: Stephen Poloz
Australia
Reserve Bank of Australia (RBA)
Governatore: Philip Lowe
Nuova Zelanda
Reserve Bank of New Zealand (RBNZ)
Governatore: Graeme Wheeler
Svizzera
Swiss National Bank (SNB)
Governatore: Thomas Jordan
Infine, ti ricordo che se hai qualche dubbio o se vuoi dirmi/chiedermi qualcosa puoi commentare l’articolo qui in basso oppure puoi scrivermi in privato a [email protected]. Sarò lieto di rispondere alla tue domande!
Ho un’ultima cosa per te: qui di seguito trovi un box di sintesi riguardo i principali punti chiave di questo articolo. Trovi uno schema del genere in tutti gli articoli di questo sito.
Ti abbraccio e alla prossima!
Giovanni alias Fairmaster
Box di sintesi | Politica Monetaria | Cos’è? Politica Monetaria Espansiva e Restrittiva
– La politica monetaria è l’insieme di azioni di una banca centrale volte a garantire la stabilità dei prezzi ed a sostenere la crescita economica del proprio paese (o dei proprio paesi) di riferimento. Ciò viene fatto mediante strumenti monetari quali la modifica dei tassi di interesse e l’inizio e/o la gestione di un quantitative easing (QE)
– Le banche centrali sono istituti pubblici di emissione il cui compito è gestire la politica monetaria restrittiva ed espansiva del paese (o dei paesi) a cui fanno riferimento
– Gli obiettivi della politica monetaria restrittiva ed espansiva sono due:
A) Garantire la stabilità dei prezzi: controllare ed agire sul tasso di inflazione
B) Favorire la crescita economica
– Gli strumenti della politica monetaria restrittiva ed espansiva sono due:
1) Modificare i 3 tassi di interesse: tasso di interesse principale, tasso sui depositi e tasso di interesse marginale
2) Utilizzare il QE: Il quantitative easing (QE) è un meccanismo mediante il quale una banca centrale acquista mensilmente alcuni strumenti finanziari emessi da entità del proprio paese di riferimento
– Una diminuzione dei tassi d’interesse e/o l’attuazione o aumento di un QE sono definite come mosse di politica monetaria espansiva. Mentre un aumento dei tassi d’interesse e/o la diminuzione (detto tapering) o conclusione di un QE sono definite come mosse di politica monetaria restrittiva
– Un decisore di politica monetaria che ha intenzione di attuare politiche restrittive è detto hawkish. Un decisore che invece ha intenzione di attuare politiche espansive è detto dovish
– Interventi di politica monetaria espansiva fanno indebolire la valuta di riferimento. Inoltre, essi spingono (in teoria) al rialzo il mercato azionario del paese di riferimento. Viceversa, interventi di politica monetaria restrittiva fanno rafforzare la valuta di riferimento. Inoltre, essi spingono (in teoria) al ribasso il mercato azionario del paese di riferimento
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