Gli spagnoli ‘Cinco lobitos’ e i boliviani ‘Utama’, vincitori indiscussi del Festival di Malaga

Subashi

Laia Costa, Mikel Bustamante e Ramón Barea, in un fotogramma di ‘Cinco lobitos’. / SUD

Giuria e pubblico coincidono nel premiare il film di Alauda Ruiz de Azúa, mentre Leonardo Sbaraglia, Laia Costa e Susi Sánchez si aggiudicano i premi per la recitazione

Le piscine sono state soddisfatte. I due migliori film che hanno superato il concorso della sezione ufficiale del 25° Festival di Malaga sono stati incoronati nell’elenco dei vincitori. Dopo la lettura dei vincitori questo sabato al cinema Albéniz, le Biznagas de Oro per il cinema spagnolo e la produzione latinoamericana sono andate rispettivamente alle opere prime ‘Cinco lobitos’, di Alauda Ruiz de Azúa, e ‘Utama’, del boliviano Alejandro Loayza , che ha anche vinto il premio come miglior regista. Dal canto suo, il film basco su una neomamma ha convinto non solo la giuria, ma anche gli spettatori, poiché ha anche vinto il premio del pubblico. Nella sezione interpretativa, il nudo integrale dentro e fuori dell’argentino Leonardo Sabaraglia in ‘Ámame’, ha vinto il miglior attore, mentre la coppia madre e figlia di ‘Cinco lobitos’, Laia Costa e Susi Sánchez, hanno condiviso quello di protagonista attrice. Il maggior numero di premi è stato per ‘Cinco lobitos’, che ne ha aggiunti in totale quattro per completare il suo trionfo con quello della migliore sceneggiatura con la storia di una madre che è travolta dall’arrivo del suo bambino e che torna a casa da i loro genitori per chiedere aiuto. Una storia sulla maternità che finisce per diventare una riflessione più ampia sulla famiglia piena di sentimenti ed emozioni che ha strappato in questa edizione di un quarto di secolo del festival, visto che venerdì ha vinto anche quattro premi ufficiosi di questa edizione. Un trionfo che consacra come protagonista un’altra nuova arrivata, la regista Alauda Ruiz de Azúa, che unisce il suo nome a quello dei numerosi registi catapultati nella storia recente del Festival di Malaga, come Carla Simón (‘Estate 1993’) , Elena Trapé (“Le distanze”) e Pilar Palomero (“Le ragazze”). Negli ultimi sei anni, quattro Golden Biznaga per il cinema spagnolo hanno un nome di donna.
José Calcina recita nel film 'Utama', vincitore della Biznaga de Oro latinoamericana.
José Calcina recita nel film ‘Utama’, vincitore della Biznaga de Oro latinoamericana. / SUD L’altro grande beneficiario del premio è il film boliviano ‘Utama’, in cui il nuovo arrivato Alejandro Loayza mette in scena la storia d’amore di due anziani quechua degli altipiani andini assediati dalla siccità causata dal cambiamento climatico. Un film che parla anche di famiglia e lo fa in chiave emotiva, che le è valso il premio della musica e il premio della giuria della critica. Paradossalmente, il riconoscimento della fotografia che è stato quasi certamente dato è andato alla coproduzione USA-Messico ‘The Gigantes’. Da parte sua, il Premio Speciale della Giuria è andato a ‘Mi emptiness y yo’, la proposta radicale di Adrián Silvestre sulla consapevolezza di una persona trans di ciò che vuole fare della sua vita e del suo corpo. Un film didattico e necessario che ha la sua forza nella presenza di Raphaëlle Perez, che racconta intimamente la propria storia. I premi di distribuzione sono andati a due attori latinoamericani con il trionfo della veterana brasiliana Marcélia Cartaxo per ‘La madre’ (A Mae), e il cileno Nicolás Poblete che in ‘Messaggi privati’ denuncia uno stupro di un bambino che ha soffrì molto fin da bambino dal suo psichiatra, che era anche suo zio.

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